Il desiderio e la paura di crescere.

Il desiderio e la paura di crescere.

L'adolescenza si presenta come una vera e propria sfida, molti genitori mettono in dubbio le proprie capacità pedagogiche.

Si crea un bivio tra un passato noto, fatto di giochi, spensieratezza, attenzioni, e un futuro sconosciuto, tutto da scoprire e da realizzare. La vita interiore dell’adolescente è pervaso da incertezza, inquietudine, angoscia, si trova spaesato di fronte alla vita.

Il percorso di crescita risulta inevitabilmente accidentato, con ciò che hanno sperimentato durante l’infanzia i ragazzi e le ragazze cercano, per tentativi ed errori, di costruirsi il proprio avvenire. Si trovano di fronte ad esperienze che li avvicinano sempre di più alla vita adulta: dall’amore al sesso, dall’amicizia alla volontà di affermazione delle proprie idee, alle aspirazioni sociali, agli sforzi per diventare “qualcuno”. Però in questo susseguirsi di eventi, si devono confrontare anche con l’immaturità tipica dell’adolescenza; da un lato sono spinti in avanti, verso l’obiettivo dell’indipendenza della vita adulta, dall’altro li respinge ancora una volta indietro, negli strascichi dell’infanzia.

Il conflitto che si apre tra il desiderio e la paura di crescere è abbastanza forte, offre differenti possibilità di azione: procedere, fermarsi, tornare indietro. Alcuni avanzano con tenacia e determinazione, dimostrando una maturità precoce che non li fa voltare indietro. Altri ancora, attratti dalla sicurezza del passato, retrocedono e attendono “momenti migliori”, eventi particolari che li veicolano verso il futuro. La maggior parte però optano per una strategia più fluida: si soffermano, indugiano, fanno tre passi avanti e uno indietro.

Per la costruzione di una personalità adulta è necessario svincolarsi dalla dipendenza infantile, rinunciare per sempre alle fantasie di onnipotenza che non imponevano limiti. Anche le figure idealizzate dei genitori vanno via via scomparendo; il padre e la madre non sono più idoli, ma acquisiscono una dimensione più umana, con ambiguità e difetti, che gli adolescenti tendono ad ingigantire. La perdita di questa immagine ideale dei genitori sviluppa nei ragazzi un senso di vuoto, di disgregazione; si fanno più aggressivi ed emerge una costante critica verso di loro. Spesso i genitori si stupiscono di questo nuovo atteggiamento dei figli, il fatto è che è cambiato il loro modo di guardarli, l’illusione infantile viene progressivamente sostituito dal principio di realtà.

Molti padri e madri mettono in dubbio le proprie capacità pedagogiche, si domandano: in che cosa abbiamo sbagliato? Molti sono gli psicanalisti del passato, in particolare Winnicott, a sostenere che è errato credere che chi alleva bene i figli nell’infanzia non avrà difficoltà nel periodo adolescenziale. La perfezione non è una caratteristica dell’essere umano, per cui i genitori che hanno sostenuto la crescita dei figli, anche con i propri errori, non devono temere per loro; la rivolta dei ragazzi risulta funzionale per l’evoluzione, acquisisce un significato costruttivo per l’affermazione di sé, senza ridursi ad una sterile contrapposizione fine a se stessa.

 

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