Soddisfazione e motivazione nella propria professione

Soddisfazione e motivazione nella propria professione

Una sensazione positiva che gratifica.

Per svolgere con cura il proprio lavoro non basta la qualifica professionale, sono necessari una serie di “ingredienti” affinché l’attività lavorativa non sia soltanto un mezzo per procurarsi il necessario per vivere, ma una situazione positiva da cui trarre gratificazione personale.

Ci vogliono impegno e serietà, coinvolgimento e interesse, consapevolezza e motivazione. Amalgamando tutti questi elementi otterremo la meritata soddisfazione, che non solo non si può insegnare, ma non ha neppure regole standard, tutto è assolutamente personale. 

Con il termine soddisfazione viene indicato quel piacevole sentimento che offre la sensazione di valere, che dona il sorriso e la gentilezza, che rende consapevoli dell’operato e del “saper fare”. Il lavoro che ogni persona svolge è lo specchio delle capacità e dei limiti.

Mentre altra cosa è la motivazione, che può essere definita come l’investimento individuale nella realizzazione delle prestazioni professionali, ossia quanto il soggetto vuole impegnarsi nell’attività lavorativa.

E’ anche vero che in alcuni ambienti di lavoro si creano dei circoli viziosi che ostacolano l’emergere della soddisfazione, nonché limitano la motivazione. Disaccordi fra colleghi, oppure tra dipendente e datore di lavoro, orari massacranti, gelosie, invidie, ingiustizie. Il mal d’ufficio genera spesso stress e malessere.

Cosa si può fare?

Innanzitutto è importante porsi sempre come “allievi della vita”, ossia imparare dalle varie situazioni che si presentano di volta in volta. Inoltre ogni attività lavorativa è un’esperienza che ci consente di conoscere se stessi sempre di più.

Importante è anche mettere la giusta concentrazione. Prima di entrare nell’ambiente di lavoro, cerchiamo di lasciare alle spalle le questioni di vita privata e porre la dovuta attenzione in quello che facciamo. Talvolta può capitare che lo strascico di una discussione avuta in casa ci accompagni anche nel lavoro, “inquinando” anche il nostro operato (viceversa quando ritorniamo a casa).

E’ necessario sviluppare anche la consapevolezza di aver svolto il proprio lavoro con il dovuto impegno e serietà. Questo avrà un risvolto positivo sull’autostima.

Infine dobbiamo pensare che il lavoro che svolgiamo lo facciamo per noi stessi e non per ottenere gratificazioni esterne.

[Fonte testo: Mensile Riza Psicosomatica]

[Fonte immagine:  http://www.cmaconsult.com/ ]

 

 

 

 

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