Bambini, genitori e scuola
L'inizio della scuola primaria segna un passaggio importante per i bambini
La scuola proietta i piccoli protagonisti in un mondo molto impegnativo; i giochi, presenti nella scuola dell’infanzia, lasciano il posto a libri, quaderni e schede da completare. Rispetto al passato, la scuola è meno austera e rigida, ma il primo giorno rappresenta sempre un momento emozionante e incute un certo timore. E’ anche vero che il maggior numero dei bambini di oggi sono già abituati alle separazioni dai genitori e a trascorrere buona parte della giornata fuori dalle mura domestiche. Come affrontare il primo giorno di scuola da parte dei piccoli, molto dipende da come i genitori vivono questa esperienza. Se si mostrano sereni e fiduciosi, il bambino avverte la loro tranquillità e si modula di conseguenza, nonostante la comprensibile e giustificata ansia.
La nuova location spesso è molto diversa da quella che hanno frequentato: è un edificio più grande e imponente. Gli spazi interni sono suddivisi in modo differente, più chiusi e raccolti. Le pareti non sono colorate e ricche di disegni, ma bianchi e anonimi; i banchi non sono sparsi, ma allineati in file orinate davanti alla cattedra. Inoltre c’è una nuova sfida da affrontare: il cambiamento dei compagni e delle insegnanti; nuove amicizie, nuove relazioni da sperimentare.
In alcune città, e soprattutto in alcune scuole, per rendere più piacevole l’impatto con il nuovo ambiente, vengono organizzati degli “open day” o delle feste inaugurali, che consentono ai bambini di conoscersi fra loro, di incontrare le maestre, prendere confidenza con i nuovi spazi. Comunque è cosa buona da parte dei genitori accompagnare il figlio la mattina e poi riprenderlo alla fine delle lezioni. In questo modo il primo giorno di scuola non è un evento privato del bambino, ma si trasforma in un appuntamento per tutta la famiglia. Una curiosità: spesso nello zainetto o nell’astuccio o nelle tasche del grembiulino, il bambino porta e custodisce gelosamente un oggetto, una sorta di amuleto, di portafortuna, che lo tiene legato simbolicamente alla famiglia, alla casa. E’ quel famoso oggetto transizionale di cui Winnicott spiega la funzione nei sui studi.
Importante! Con l’esperienza della scuola, il bambino si trova di fronte ad una nuova organizzazione e a nuove abitudini, fra queste ci sono quelle dei compiti e dei voti. Spesso i compiti a casa non sono vissuti bene, sono interpretati come un lavoro noioso, che toglie tempo ad altri impegni o al gioco. Il fatto curioso è che in molti casi i genitori avallano questa considerazione, facendo perdere interesse nella loro esecuzione. Questi sono necessari per poter esercitare gli apprendimenti svolti in classe la mattina; sono come gli allenamenti in uno sport in attesa della partita. I genitori dovrebbero aiutare i figli ad organizzare la giornata, in modo che ci possa entrare tutto: gioco libero, compiti e altre attività strutturate. C’è sempre il tempo per fare tutto!
Altra cosa fondamentale: i voti. E’ bene ricordare che i voti vengono dati dall’insegnante sui compiti e sulle verifiche per valutare il livello di acquisizione delle differenti discipline. Prendere un’ insufficienza vuol dire che lo studente non ha compreso una nozione, quindi occorre un maggiore impegno, oppure ripetere l’argomento, fare un po’ più di allenamento per migliorare. Identificare lo studente con il voto è sbagliatissimo! Il voto è una valutazione del lavoro svolto.
Un errore che molti genitori commettono è quello di fare paragoni fra i compagni: tu hai preso 7, lui ha preso 9, per cui lui è meglio di te. In questo caso, nonostante il voto sia più che sufficiente e magari conquistato con fatica, perde ogni valore. Per motivare il figlio nello studio bisognerebbe focalizzare l’attenzione più sul tipo di attività che sui voti. Da non sottovalutare l’interesse del bambino, ci possono essere argomenti e/o discipline che appassionano di più rispetto ad altre.