Nuoto sincronizzato, un mix di spettacolarità ed eleganza
Esther Williams è la regina del sincro.
Agli inizi del 1900, la nuotatrice australiana Annette Kellerman, passò alla storia come la “ballerina subacquea”, grazie alla sua esibizione al New York Hippodrome in una vasca da bagno di vetro. Poi fu la volta della studentessa americana Katherine Curtis, che mostrò le sue prodezze “acquatiche”, tuffi e acrobazie, presso il Century of Progress World’s di Chicago. Fondò “Le Sirene Moderne”, un club di danzatrice acquatiche.
Ma la regina incontrastata del nuoto sincronizzato è senz’altro Esther Williams. La campionessa americana di nuoto è stata protagonista di numerosi film, musical e spettacoli acquatici. Il suo fascino e la sua eleganza furono da stimolo per molte ragazze, che subito vollero cimentarsi in questa nuova attività acquatica.
Nel 1960, le ragazze del nuoto sincronizzato si esibirono con grande successo, alle Olimpiadi di Roma, con lo scopo di far conoscere e promuovere questa disciplina. Tuttavia dovranno passare più di venti anni affinché il nuoto sincronizzato entri fra le specialità olimpiche. Nel 1984 a Los Angeles.
Nel corso del tempo, la disciplina è diventata più tecnica e atletica, anche se non ha perso la sua eleganza e la sua spettacolarità.
Le esibizioni possono svolgersi individualmente, a coppie oppure in gruppo.
Ogni anno il regolamento definisce i parametri a cui devono attenersi le atlete. Ad esempio, nelle coreografie, oltre a movimenti liberi, devono essere inseriti alcuni obbligatori; la giuria valuta l’esibizione attribuendo un punteggio che va da zero a dieci. Molta attenzione anche al costume da indossare, è possibile usare gli occhialini e le cuffie, le eventuali acconciature non devono coprire la fronte, sono invece vietati gioielli e accessori.
[Fonte testo: http://www.federnuoto.it/ ]
[Fonte immagine: http://www.ilpost.it/ ]