Cliff Diving: un tuffo di emozioni e adrenalina

Cliff Diving: un tuffo di emozioni e adrenalina

Un panorama mozzafiato e tanto coraggio.

E’ un’attività per molti…ma non tutti! Per tuffarsi da alte scogliere, occorre davvero un grande coraggio. E’ senz’altro un’esperienza mozzafiato che offre emozioni allo stato puro.

Uno sport estremo nato nelle Isole Hawaii, verso la fine del 1700, ad opera dell’ultimo re dell’Isola di Maui. Il sovrano, dopo averlo sperimentato personalmente, obbligò tutti i guerrieri a compiere questi tuffi; era ritenuto uno sorta di rito d’iniziazione.

Il Cliff Diving era presente anche nella storia del Messico. Nella città di Acapulco, i cacciatori di perle si tuffavano da La Quebrada, un’alta scogliera che terminava a strapiombo sul Pacifico.

Con il passare del tempo e giunto fino ai giorni nostri, il Cliff Diving è diventato uno sport a tutti gli effetti, praticato in varie parti del mondo. Il campionato più importante e conosciuto è il Red Bull Cliff Diving.

Le scogliere da dove gli atleti si tuffano hanno un’altezza di 26 metri. I tuffi in genere hanno una durata assai breve, una manciata di secondi, durante i quali si raggiunge una velocità di circa 100 km/h.

Il campionato ha un regolamento ben preciso:

1) Sono previsti varie tipologie di tuffi, liberi, carpiati, con avvitamento, rovesciato, ecc. con un diverso grado di difficoltà;

2) Prima di tuffarsi, gli atleti consegnano un documento in cui vengono indicati i tre tipi di tuffi che vogliono eseguire;

3) I partecipanti hanno un tuffo obbligatorio, scelto dai giudici, mentre per gli altri due hanno diritto di sceglierli a piacere;

4) I giudici assegnano un punteggio, che va da zero e dieci, per ogni tuffo realizzato; il vincitore sarà chi ha realizzato il punteggio più alto.

[Fonte testo: http://www.avventuraitalia.it/  http://www.redbull.com/ ]

[Fonte immagine: http://www.redbull.com/ ]

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