Quando c'è empatia le differenze cominciano a dissolversi.
L'empatia è comunione di anime simili.
Diversi sono i significati attribuiti al termine “empatia”: capacità di sentire, capire e condividere i pensieri e le emozioni dell’altro, compartecipare agli stati d’animo di un conoscente per poterlo aiutare, ecc. Tutti hanno un denominatore comune, cioè la capacità di saper comprendere ciò che gli altri provano, la condivisione degli stati d’animo.
In effetti non esiste una relazione sociale significativa che non contempli l’empatia. Ad esempio il bambino che viene consolato dalla madre; un adulto che partecipa alla gioia o alla sofferenza di un altro adulto; è presente nell’amicizia, nella relazione tra due amanti, in alcune professioni (educatori, medici, infermieri, psicologi, ecc.)
Negli anni Ottanta del Novecento, Martin Hoffman, uno dei più importanti studiosi dell’argomento, rivaluta la natura sostanzialmente affettiva dell’empatia; viene ridefinita come processo di attivazione emotiva in sincrono con quello di un’altra persona.
Dobbiamo però fare una distinzione tra contagio emotivo ed empatia: nel primo caso la discriminazione e la consapevolezza degli stati emotivi dell’altro sono ai minimi livelli, ossia la componente cognitiva non ricopre un grande ruolo. L’empatia vera e propria richiede invece la capacità di riconoscere in maniera differenziata le emozioni altrui. In parole semplici è necessario saper riconoscere e discriminare correttamente se un’altra persona è allegra, triste o arrabbiata.
A prima vista sembrerebbe una cosa ovvia e scontata, ma non lo è per niente. L’osservatore deve essere in grado di comprendere che l’altro è una persona distinta da sé e che può provare emozioni ed esprimerle attraverso i canali a sua disposizione. Secondariamente implica la capacità di decodificare l’espressione emotiva altrui: mimica facciale, gesti, postura, ecc. Nel contagio emotivo non c’è una reale partecipazione all’emozione altrui.
Questa complessa e articolata capacità si sviluppa con la crescita della persona. La maturità del cervello e delle facoltà cognitive sono i prerequisiti, ma un ruolo fondamentale è svolto dalle esperienze socio-affettive che l’individuo vive. Le relazioni interpersonali costituiscono una vera e propria palestra dove si acquisisce e si sviluppa la capacità di assumere il punto di vista degli altri.
Per approfondire:
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Empatia. I processi di condivisione. - Di S. Bonino, A. Lo Coco, F. Tani
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Affetti ed empatia nella relazione educativa. - Di M.A. Galanti
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La civiltà dell’empatia. - Di J. Rifkin
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Sentire l’altro. Conoscere e praticare l’empatia. - Di L. Boella
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Empatia e sviluppo morale. - Di M. Hoffman