Il gioco e il giocare, sia per i bambini che per gli adulti
28 Maggio - Giornata Mondiale del Gioco
Il gioco è sempre esistito, si sono evolute le modalità, le tipologie, ma si è giocato persino ai tempi degli antichi romani. In quell’epoca veniva espressamente distinto il periodo del lavoro, in cui ognuno era impegnato nella propria attività produttiva, politica o commerciale, e il periodo dell’otium, qui ogni lavoro era sospeso per dedicarsi al ludus, ossia al divertimento puro e semplice, valido sia per i bambini che per gli adulti.
Nell’Antica Roma, Il termine ludus indicava un’attività priva di uno scopo pratico, l’obiettivo principale era trascorrere il tempo con gli amici e dedicarsi allo sport o ai giochi, in modo spensierato, libero e gioioso.
Il sociologo Roger Caillois indicò alcune caratteristiche del gioco: 1) attività libera, nessuno deve essere obbligato a giocare; 2) attività improduttiva, non crea né ricchezza, né qualcosa di materiale; 3) attività regolata, ogni gioco deve avere delle regole condivise dai giocatori; 4) attività fittizia, ogni partecipante è a conoscenza del fatto che si sta giocando e ciò che accade è fuori dalla realtà; 5) attività separata, significa che il gioco ha dei tempi e degli spazi ben precisi fissati in anticipo; 6) attività incerta, l’evoluzione del gioco e il risultato non possono essere determinati in anticipo, tutto è in divenire.
Nell’ambito della pedagogia viene data grande importanza al gioco nell’infanzia. Il bambino apprende e agisce, acquisendo regole di vita sociale attraverso il gioco. Con esso al bambino è consentito esplorare l’ambiente, acquisire sicurezza nella deambulazione e destrezza nella manipolazione. Sviluppa libertà d’azione, autonomia, e autostima. Conosce se stesso e il suo corpo. Impara a relazionarsi con gli altri.
E’ capitato di osservare i bambini che giocano? Sono completamente assorti nell’attività.
Il genitore impaziente di portare il figlio a qualche appuntamento potrà domandarsi: a cosa serve tutto questo giocare? Non è una perdita di tempo? ASSOLUTAMENTE NO! L’adulto che ragiona così vuol dire che si è dimenticato di quando era bambino e di quanto sia bello il gioco.
Il gioco dovrebbe essere riscoperto anche dagli adulti. Dedicare un po’ di tempo a ciò che piace fare veramente: un gioco, uno sport, un’arte. Abbandonarsi alla creatività e al giocare senza scopi pratici.
Il pedagogista Friedrich Froebel disse: <<L’essere umano è veramente se stesso nell’arte e nel gioco. Qui può trovare gioia, libertà, soddisfazione, pace con l’universo.>>
W IL GIOCO E IL GIOCARE..!
[Fonte testo: Massimiliano Briganti, educatore e psicomotricista funzionale]
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