Fare una passeggiata a cavallo vuol dire…
immergersi nel verde, assorbire l'energia della natura e del sole.
E’ interessante sapere che andare a cavallo comporta numerosi benefici. Per coloro che non conoscono questa attività, non si tratta solamente di salire in sella e lasciare che sia il cavallo a fare tutto il lavoro. E’ necessaria una conoscenza minuziosa dei cavalli, cosa fa bene e cosa fa male a loro, occorre creare una sinergia.
L’equitazione non deve essere concepita come mera disciplina sportiva, la si può coltivare come un hobby, assolutamente in linea con il benessere e il think green. Fare una passeggiata a cavallo vuol dire immergersi nel verde, assorbire l’energia della natura e del sole. Significa anche stabilire un rapporto di rispetto verso il cavallo, le sue abitudini e il suo ambiente.
Da un punto di vista corporeo, andare a cavallo consente: di sviluppare l’equilibrio, di migliorare la coordinazione motoria, rafforzare la muscolatura, aumentare i riflessi e la mobilità articolare. Da un punto di vista mentale ed emotivo, è interessante considerare lo sviluppo dell’attenzione, della relazione, della responsabilità e del prendersi cura del cavallo. Andare a cavallo permette anche di concedersi una pausa di relax, dalla frenesia e dalla routine.
La presenza del cavallo nel mondo dello sport non è certamente una novità. Nell’antichità l’equitazione era assai popolare. Considerato uno sport d’élite, infatti era praticato spesso dalle classi più agiate. Nel Medioevo, alle prove di velocità si sostituirono i famosi tornei, nei quali il cavallo era ausilio per l’uomo impegnato a battersi in duello.
La nascita dell’agonismo ippico moderno si ebbe in Gran Bretagna. A Chester venne disputata la prima corsa a premi di galoppo. Verso la metà del 1700, fu fondato il Jockey Club inglese, incaricato di codificare e aggiornare tutto ciò che riguardava le corse.
La versione italiana del Jockey Club nasce nella seconda metà del 1800.
Il precursore della tecnica moderna è stato l’Ufficiale di Cavalleria livornese Federico Caprilli. Egli introdusse il suo metodo cosiddetto naturale, basato sui principi di equilibrio, progressione e assecondamento; l’idea era di creare una perfetta fusione e intesa tra il cavallo e il cavaliere, che deve cercare di agevolare al massimo lo sforzo dell’animale.
Nel tempo, la passione per i cavalli ha coinvolto tante persone e i concorsi ippici si sono moltiplicati con grande successo. Durante queste gare, la prova più conosciuta è quella del salto, basata sull’esecuzione di un determinato percorso ricco di ostacoli, in un certo tempo e con il minor numero di penalità.
Gli ostacoli sono costituiti da siepi o staccionate, con altezze diverse.
Altra competizione, valorizzata dai giochi olimpici, è il dressage. Si tratta sempre di un percorso, nel quale i cavalieri devono dimostrare il livello di addestramento cui hanno portato i loro cavalli.
In Italia, la Federazione Italiana Sport Equestri vigila con estrema attenzione sul rispetto dei cavalli e del regolamento.
Per approfondire: http://www.fise.it/ http://www.trelaghi.net/
[Fonte testo: i siti sopra citati.]
[Fonte immagine: http://www.nchorsingaround.com/ ]