Che tipo di metodo educativo è presente nella scuola italiana di oggi?
L'esperienza educativa proposta da John Dewey
John Dewey è stato uno dei più grandi pedagogisti del Novecento: teorico di un nuovo modello di pedagogia, ispirato al pragmatismo, alla sperimentazione. E’ promotore della scuola attiva, che vede l’alunno protagonista del processo educativo e posto al centro di ogni iniziativa, opponendosi alle caratteristiche più intellettualistiche della scuola tradizionale.
Nella scuola attiva di Dewey, veniva lasciato ampio spazio alle attività manuali, come ad esempio: la tessitura, la falegnameria, la modellatura, il giardinaggio, i lavori domestici, ecc. Egli riconosce la funzione innovatrice del lavoro manuale, il quale rende i ragazzi svegli, attivi e pronti ad aiutare la famiglia.
Dewey pensava ad una scuola dove non solo venivano trasmesse le abilità didattiche dello scrivere, leggere e contare, comunque importanti, ma anche abilità per far conoscere e praticare quelle attività concrete in cui si manifesta la vita della comunità. Il fare è finalizzato al conoscere.
Nella sua scuola vengono riconosciuti quattro spazi principali: 1) il momento della conversazione e della comunicazione tra i ragazzi e l’insegnante; 2) il momento della ricerca e della scoperta delle cose, dove vengono stimolati la curiosità e l’interesse; 3) lo spazio per la costruzione delle cose; 4) lo spazio per l’espressione artistica.
Dewey mette l’esperienza al primo posto. Secondo lui un’esperienza educativa deve avere alcuni elementi costitutivi: l’allievo deve vivere una situazione genuina di qualcosa che lo interessi; dalla situazione deve emergere un “problema” che stimoli il pensiero creativo; disponibilità di strumenti e materiali necessari per formulare una risposta/soluzione; applicazione pratica delle soluzioni pensate, per rendere chiaro il loro significato e scoprire da soli la loro validità.
La conoscenza è elemento costitutivo dell’esperienza viva. Lo studioso americano scrive: <<Il pensiero ha inizio nel momento in cui il fanciullo, che ha perduto la palla, comincia a prevedere le possibilità e a cercare i mezzi per ritrovarla. La motivazione, la sperimentazione, l’interesse, costituiscono il motore del movimento e del pensiero.>>
Nella scuola attiva di Dewey, la classe doveva avere un massimo di 8/10 allievi con un unico insegnante. In questo modo il docente aveva la possibilità di seguirli tutti, moderando i tempi e stimolando l’interazione. Secondo lui le cosiddette “classi pollaio” non erano funzionali per nessuno. Gli studenti non ricevevano l’attenzione che meritavano e l’insegnante difficilmente riusciva ad aiutare tutti.
Fra i grandi temi dell’attivismo deweyano trovano posto: 1) il puerocentrismo, cioè riconoscimento del ruolo essenziale e attivo del bambino in ogni processo educativo; 2) valorizzazione del “fare” nell’ambito dell’apprendimento infantile (attività manuali, gioco, lavoro); 3) motivazione, ogni apprendimento deve essere collegato ad un interesse da parte del ragazzo e quindi mosso da una sollecitazione dei suoi bisogni emotivi, pratici e cognitivi; 4) importanza dello studio dell’ambiente che circonda lo studente, dal quale riceve stimoli necessari per l’apprendimento; 5) socializzazione, bisogno primario di stare in contatto con gli altri; 6) anti-autoritarismo, viene messo al bando l’autorità dell’adulto che dirige e impone il sapere, egli deve predisporre tempi, spazi e materiali affinché gli studenti possano vivere le proprie esperienze in sicurezza; 7) anti-intellettualismo, riorganizzazione più funzionale dello studio sui libri.
Il modello deweyano è stato proposto agli inizi del ‘900, ma cosa è rimasto di questi importanti concetti nella scuola italiana di oggi?
Gli studenti di oggi sono davvero soddisfatti delle esperienze che vivono a scuola?
Le classi così numerose che troviamo nelle nostre scuole, sono davvero funzionali per la formazione degli uomini e delle donne del futuro?
Suggeriamo alcune letture per approfondire la conoscenza del sistema scolastico e del pensiero filosofico di John Dewey:
L’ideale educativo di John Dewey, L. Borghi, La nuova Italia.
La pedagogia del Novecento, F. Cambi, Laterza.
Invito al pensiero di Dewey, A. De Maria, Mursia.
L’educazione di oggi, J. Dewey, La Nuova Italia.
Il mio credo pedagogico, J. Dewey, La Nuova Italia.
Esperienza e educazione, J. Dewey, La Nuova Italia.
Introduzione a Dewey, J. Dewey, Laterza.
John Dewey, A. Visalbergi, la Nuova Italia.
[Fonte testo: i libri sopra citati.]
[Fonte immagine: http://www.slideshare.net/ ]