Raccogliere e accumulare: il collezionismo patologico

Raccogliere e accumulare: il collezionismo patologico

Quando conservare non è più un piacere o una necessità, ma diventa un'ossessione.

Molte persone avranno sperimentato, almeno una volta nella vita, una qualche forma di collezionismo. Pensiamo ad esempio il classico album delle figurine da piccoli oppure peluche o soldatini di metallo, per poi passare, in età adulta, a qualche altro oggetto: cartoline, fiammiferi, francobolli, monete, bottigliette mignon di profumo e così via.

Questo tipo di collezionismo può essere ritenuto una passione e comunque qualcosa di positivo che spinge la persona a ricercare cimeli di vario tipo e che magari hanno anche un discreto valore economico, oltre che affettivo.

La ricerca, la raccolta e l’accumulo di oggetti, nonché l’incapacità di buttarne via alcuni, si trasforma in patologico nel momento in cui la persona si sente quasi costretta a compiere queste azioni, seguendo una sorta di impulso. Questo tipo di condotta viene classificata come una particolare forma di Disturbo Ossessivo Compulsivo (DOC).

Viene riportato l’esempio di un uomo, quarantenne, sposato, con figli, elettrotecnico di professione, alla fine degli anni Novanta, subì una serie di interventi, a seguito della scoperta di un meningioma olfattivo, sviluppatosi alla base del cranio. La moglie racconta che quest’uomo, almeno due volte al mese, setacciava la città alla ricerca di elettrodomestici di ogni tipo.

Aveva accumulato un’infinità di oggetti, privi di valore, usati e naturalmente non funzionanti: televisori, videoregistratori, impianti stereo, frigoriferi, lavatrici, ecc. Ma anche vecchi giornali, bottiglie vuote e sacchetti di plastica. La casa e le due cantine erano invase da tutte queste cose.

Gli esperti  raccontano che generalmente il potenziale collezionista patologico comincia a manifestarsi intorno ai 20 anni di età, magari iniziando ad accumulare piccoli oggetti , ad esempio barattoli di vetro, riviste, pezzi di ferro, ecc. La giustificazione che viene data con frequenza, è rappresentata da questa frase:  “si tratta di materiale che può sempre servire”.

La maggior parte del tempo viene impiegato proprio nella ricerca di questi materiali, che vengono selezionati, classificati e mai buttati via. L’abitazione si trasforma in una sorta di magazzino, dove con il lungo andare, è difficoltoso vivere. Molte volte si rendono conto di questa loro condotta, cercano di modificarla, ma senza alcun successo.

Usualmente sono i familiari che riferiscono al medico tale comportamento, oppure cercano di spronare la persona stessa a parlarne con chi può aiutarlo.

[Fonte testo: Mente & Cervello. Rivista di psicologia e neuroscienze.]

[Fonte immagine:  http://www.leftbracket.com/ ]

 

 

 

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