La rosolia: febbre, ingrossamento dei linfonodi ed eruzione cutanea

La rosolia: febbre, ingrossamento dei linfonodi ed eruzione cutanea

Una malattia pericolosa se contratta in gravidanza.

La Rosolia è una malattia infettiva che si manifesta maggiormente a livello dell’epidermide e dei linfonodi. Alla sua origine si trova l’omonimo virus, invece la via di trasmissione è costituita dalle goccioline del naso o della gola da parte della persona malata.

Questa malattia, presa in età infantile e curata adeguatamente, ha una lieve entità. Mentre il rischio aumenta se ad esempio viene contratta dalla donna durante la gravidanza. La rosolia può essere trasmessa al feto, per mezzo della circolazione ematica, causando non pochi problemi.

Agli inizi degli anni ’70, quando ancora non erano disponibili i vaccini, i bambini con età compresa tra i 5 e i 9 anni, erano maggiormente a rischio rosolia, oggi invece ne risultano molti meno.

L’esordio della rosolia è anticipato dalla comparsa di uno o due giorni di febbre, fino a 38°, e un ingrossamento dei linfonodi  situati nella parte posteriore del collo e dietro le orecchie. Nei giorni a seguire compare l’eruzione cutanea, si manifesta primariamente sul viso, per poi scendere sul resto del corpo.

Questa eruzione cutanea è formata da tanti puntini rossi, che si fondono insieme generando delle macchioline più grandi, colorate in modo uniforme. Insieme all’esantema compare anche il prurito, che può persistere per qualche giorno.

Oltre a questi sintomi caratteristici della rosolia, troviamo anche: naso chiuso, perdita dell’appetito, una lieve congiuntivite e mal di testa.

La tempistica della rosolia comprende un periodo di incubazione di circa 16/18 giorni di media, cioè prima che la persona manifesti la sintomatologia occorrono 2/3 settimane circa. L’esantema ha una durata di circa 3 giorni, mentre il gonfiore può restare anche per più di una settimana. Generalmente i bambini hanno un recupero più rapido rispetto agli adulti.

La persona che ha la rosolia può trasmetterla con l’emissione di goccioline provenienti dal naso o dalla gola. Solitamente il pericolo di contagio ha inizio dalla settimana che precede e che segue l’esordio della malattia vera e propria.

Come accennato all’inizio, se la rosolia viene contratta da una donna in gravidanza, può rappresentare un vero pericolo per il bambino. Le conseguenze possono essere: ritardo nella crescita, ritardo mentale, malformazioni al cuore, alterazioni sensoriali (cecità, sordità), problemi al fegato, alla milza e al midollo osseo. Ovviamente esistono dei test per verificare lo stato di salute del feto.

Fondamentale è avvisare prima possibile il medico di famiglia o il pediatra per una diagnosi e un intervento precoce.

[Fonte: http://www.farmacoecura.it/ ]

 

 

Potrebbe interessarti anche...