La psicologia relazionale di Watzlawick

La psicologia relazionale di Watzlawick

Gli assiomi della comunicazione.

Correva l’anno 1967, quando Paul Watzlawick, psicologo e filosofo austriaco, pubblicava il suo libro “Pragmatica della comunicazione umana”, dove veniva spiegata l’importanza delle relazioni umane a livello psicologico.

Innanzitutto viene introdotto il concetto di sistema, ossia “un insieme di elementi interagenti tra loro”. Questo tipo di relazione introduce un nuovo modello di causalità circolare, dove ogni elemento assume una posizione di causa e, nello stesso tempo, di effetto.

Anche la personalità individuale risulta essere un sistema, un’organizzazione in evoluzione di parti e processi, il disagio psicologico diventa quindi una disfunzione di tale sistema.

La famiglia diventa un vero e proprio sistema di interazioni. La sua organizzazione è legata alle regole e alla tipologia delle comunicazioni fra i vari protagonisti. E’ il primo e importante sistema in cui l’essere umano nasce e cresce, per cui il valore delle interazioni è fondamentale per la salute mentale di ciascun membro.

I primi studi condotti sull’ambiente familiare concentrarono l’attenzione sulla relazione madre-figlio, poi, giustamente, i riflettori furono puntati anche sulla figura paterna e sul suo rapportarsi ai figli. Successivamente l’oggetto di studio è stato spostato sull’interno nucleo familiare.

L’ obiettivo delle ricerche era quello di rilevare gli effetti che la comunicazione aveva sul comportamento.

Watzlawick e altri colleghi elaborarono alcuni principi fondamentali

1) è impossibile non comunicare, in ogni situazione sociale, il comportamento di un soggetto rappresenta una comunicazione, la quale stimola un nuovo comportamento nell’interlocutore, generando una  catena continua di causa/effetto;

2) affinché la persona possa mantenere la stabilità emotiva e sviluppare la consapevolezza di sé, deve avere la libertà di comunicare con gli altri;

3) ogni elemento del sistema è in stretto rapporto con gli altri, quindi al cambiamento di uno anche gli altri cambiano a loro volta, originando un effetto domino;

4) gli esiti di un’interazione non sono determinati tanto dalle condizioni iniziali, quanto dal processo, ossia da cosa succede durante la comunicazione;

5) ogni sistema (coppia, famiglia, gruppo, ecc.) è aperto, cioè in continuo scambio con l’esterno, dal quale trae occasioni di trasformazione e rinnovamento;

6) ciascun sistema cerca di mantenere un equilibrio, una stabilità interna.

[Fonte: Psichiatria clinica. di P. Cabras et al.]     

 

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