Perchè il contatto visivo, talvolta, mette a disagio?

Perchè il contatto visivo, talvolta, mette a disagio?

Uno sguardo dice più di mille parole.

Come tutti gli altri organi di senso, anche la vista è fondamentale e complementare agli altri. La funzione principale degli occhi è quella di vedere, osservare, guardare, ma hanno anche la capacità di comunicare gli stati più profondi dell’animo umano.

Attraverso lo sguardo manifestiamo le emozioni e il carattere che ci contraddistingue. Ecco che assumono un significato particolare la direzione, l’intensità, i movimenti degli occhi e dello sguardo. Non a caso il famoso detto popolare recita che gli occhi sono lo specchio dell’anima. Essi riflettono i timori e le sfumature più intime della persona.

Da bambini tutti abbiamo sperimentato lo sguardo amorevole del genitore, nel momento in cui c’è stato bisogno di un incoraggiamento o in occasione di un’approvazione per un buon gesto compiuto. Ma anche uno sguardo che fulmina, quando abbiamo combinato qualcosa che non andava bene. Questo spiega il motivo del fatto che un’occhiata intensa ci fa sentire sotto esame anche da adulti.

Invece, quando ci sentiamo imbarazzati o abbiamo paura di qualcosa, la tendenza è di tenere gli occhi e lo sguardo basso, è come se fossimo alla ricerca di un rifugio, di una via di fuga da quella determinata situazione. Sarebbe interessante indagare se questo atteggiamento è ricorrente o se capita soltanto con alcune persone o circostanze.

Stabilire un contatto visivo fisso con un’altra persona, occhi negli occhi, può avere diverse interpretazioni in base al tipo di relazione che c’è con il nostro interlocutore. Può essere un atteggiamento di sfida, oppure una sorta di forzatura per celare la propria timidezza. Se lo sguardo dritto negli occhi è accompagnato da una respirazione calma e leggera, può significare interesse e attenzione verso l’altro. In alcuni casi invece ci può essere una forte attrazione e un desiderio di seduzione.  

A molti sarà capitato di osservare nell’interlocutore uno sguardo sfuggente. Questa situazione può rivelare la presenza di una tensione eccessiva, per cui distogliere lo sguardo è necessario per attenuarla.

Mentre evitare completamente di rivolgere lo sguardo verso l’altro, può esprimere disprezzo e disinteresse, ma anche profonda insicurezza e imbarazzo. Discorso simile può essere fatto quando, durante una conversazione, la persona ha lo sguardo lontano, puntato verso l’orizzonte, qui l’intenzione è di prendere le distanze dalla situazione che sta vivendo in quel momento, non si vuol lasciare irretire dal discorso o dalla compagnia.

Ecco che diventa importante prestare attenzione anche allo sguardo per capire se il nostro interlocutore è presente alla situazione o rivela altro.

Per avere altre informazioni circa gli occhi e lo sguardo, la fisiognomica classica offre qualche altro spunto di riflessione, anche se dobbiamo prendere queste indicazioni come curiosità da verificare più che una certezza scientifica, poiché non è possibile incasellare schematicamente e in maniera standard la persona.

Ad esempio sembra che gli occhi grandi indichino una particolare sensibilità, una spiccata inclinazione artistica, nonché una forte capacità di emozionarsi. Al contrario le persone con gli occhi piccoli risultano ostinate, tenaci e con una buona resistenza fisica. Gli occhi distanziati rivelano impazienza, mentre se sono ravvicinati denotano adattabilità e abilità oratorie.

[Fonte: Riza Psicosomatica]

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