Di fronte ai piccoli furti del bambino…
…quale comportamento devono adottare i genitori?
Può capitare che i bambini prendano di nascosto un oggetto non loro proprietà, sia all’interno dell’ambiente familiare, sia a scuola. In fondo al cassetto della scrivania, del comodino o in un angolo recondito della casa, giacciono i cimeli delle loro azioni: qualche monetina, una gomma, un ciondolino, un pupazzetto, una matita, ecc.
Ovviamente non si tratta di oggetti di grande valore, ma quello che conta per i bambini è la sfida, il senso di trasgressione, la prova di coraggio che sono riusciti a mettere in atto. L’ebbrezza del furto è per loro appagante.
Gli esperti dicono che quando il bambino è piccolo e non ha ancora sviluppato la giusta consapevolezza dell’atto di rubare, non può essere considerato un reato grave. I genitori però devono comunque intervenire, cercando di spiegare serenamente che non è possibile sottrarre le cose senza chiedere il permesso.
Dai 6/7 anni in poi, questa trasgressione non è più così innocente e perdonabile, poiché il bambino è pienamente consapevole di cosa sta facendo. L’intervento deve essere più incisivo. I genitori non devono limitarsi ad infliggere la punizione, ma devono anche cercare di capire che cosa si nasconde dietro l’atto di rubare.
Il bambino è cosciente che sta rubando, ma spesso non lo è della motivazione sottile e profonda che origina quel gesto. L’oggetto sottratto è soltanto un pretesto, un atto simbolico che cela la mancanza di altro: affetto, riconoscimento, ascolto, considerazione, ecc.
Con il furto i bambini tentano di prendersi ciò che altri non offrono loro spontaneamente.
E’ abbastanza comune il fatto che l’oggetto rubato venga successivamente abbandonato o nascosto, per il bambino non ha un’utilità pratica. L’atto di rubare è la compensazione di un vuoto.
E’ possibile che la sottrazione di oggetti avvenga anche per gelosia nei confronti di un fratelli o di una sorella. Il “piccolo Arsenio Lupin” può non essere disposto a condividere gli affetti genitoriali con altri, ecco che può manifestare questo suo sentimento rubando.
Ovviamente, il furto da parte del figlio non deve cadere in una ulteriore disattenzione di mamma e papà. I genitori devono rendersi conto dell’esistenza di un problema, che deve essere affrontato e risolto, per restituire la serenità al figlio.
Il furto infantile deve avere la stessa considerazione di tutti gli altri atti compiuti dai bambini, come ad esempio le bugie. Però risulta del tutto inutile chiedere “perché hai rubato?”, così come l’accusa morale o l’adottare un atteggiamento drammatico e inflessibile. Il furto è un campanello d’allarme che deve risvegliare l’attenzione dei genitori.
L’episodio deve essere affrontato con serietà, mamma e papà devono mostrare apertamente la loro disapprovazione e dare una punizione congrua, non umiliante, seguita dal perdono.
Di certo non si può generalizzare, ogni furto compiuto dai bambini è una storia diversa, intrisa di emozioni e sentimenti differenti.
[Fonte: I bambini sono cambiati. di S. Vegetti Finzi, A.M. Battistin]