
Musicoterapia, i suoni che nutrono l'essere umano
La musica è un linguaggio universale che unisce tutti.
Nel corso dei secoli, le varie culture hanno realizzato strumenti rudimentali per produrre dei suoni. Già l’uomo primitivo si era reso conto di come tutti gli elementi presenti in natura fossero sistemi vibratori capaci di trasmettere sensazioni di benessere.
I suoni e le melodie sono presenti naturalmente nel vento, nel mormorio del mare, nel canto degli uccelli, nei temporali. Il suono è un elemento indispensabile per l’uomo, per questo motivo deve essere sempre più riscoperto.
L’ascolto della musica genera un linguaggio di sentimenti e di emozioni, inoltre accompagna i mutamenti fisiologici e psicologici. Una musica brillante aumenta il battito cardiaco, la velocità del sangue e facilita la circolazione; mentre una musica più tranquilla induce uno stato di maggiore rilassamento, rallenta i battiti cardiaci, distende il tono muscolare.
L’ascolto della musica non avviene soltanto per mezzo dell’udito, ma anche dal nostro inconscio; l’intero essere partecipa alla ricezione e all’elaborazione dei suoni e ne viene influenzato. La musicoterapia è in grado di lavorare su disarmonie fisiche e mentali, di alleviare il dolore e di offrire al soggetto la possibilità di cambiare e di armonizzarsi con le proprie funzioni e potenzialità espressive e relazionali.
La musicoterapia può essere offerta in due differenti modalità: Modalità Ricettiva, la persona si pone in uno stato di ascolto, di ricettività, lasciando che la musica lavori in modo inconscio, cercando di non far intervenire la mente razionale. Modalità Attiva, il soggetto diventa protagonista attivo della creazione sonora, improvvisando e sperimentando vari strumenti.
L’uso della musica ha quindi effetti terapeutici; essa agisce sulle persone indipendentemente dalla volontà, contempla un’attività che coinvolge il corpo e la psiche, non esiste più il cervello che pensa di ascoltare musica, bensì l’unità corporea sarà immersa nella musica, sarà musica.
Per mezzo della musica è possibile accedere a strutture profonde e arcaiche del cervello umano, il famoso sistema limbico.
Anche la musicoterapia, come tutte le altre tecniche del benessere, ha delle controindicazioni, o meglio è necessario saper alternare le varie tipologie di musica, per non rischiare l’emergere di un rifiuto. Il suo uso indiscriminato può provocare fenomeni di intolleranza e di disturbo, se non dosata in modo sapiente. Ad esempio in una sessione, proporre troppa musica rapida, può generare ansia e confusione.
La musica è un’ottima compagna nella varie fasi della vita. La musica e il canto della madre possono essere strumenti da utilizzare nel passaggio dal periodo fetale a quello neo-natale; sono strumenti primordiali che preparano alla vita.
Nell’età adulta tende ad influenzare in modo profondo la comunicazione, prima di tutto con se stessi e poi anche con gli altri; le emozioni negative vengono trasformate in energia positiva. Nella terza età, la musica ha il potere di diminuire i momenti di noia e di isolamento, aiutare ad uscire da uno stato di torpore.
La musica è vita. La musica è movimento. La musica amplifica il modo di essere nell’universo.
[Fonte: Riza Psicosomatica]