Genitori e linguaggio giovanile
Imparare lo 'slang' per comprendere i figli.
Ogni generazione ha adottato un linguaggio tutto suo: modi di dire, particolarità lessicali e fraseologie, storpiamenti, ma anche trascuratezza nell’articolazione e velocità d’eloquio. I giovani di oggi non sono da meno.
Questo slang viene utilizzato comunemente nelle relazioni fra coetanei, o come si usa dire “nel gruppo dei pari”, sia dal vivo, sia tramite messaggi sul cellulare, sia nelle mail, sia in ogni altra forma di comunicazione. Spesso viene usato anche con i genitori, che restano talvolta con un’espressione da punto interrogativo: che cosa avrà voluto dire?
Quando i ragazzi si ritrovano e parlano di argomenti, come ad esempio la scuola, l’amore, il sesso, le amicizie, i divertimenti, lo “sballo”, la velocità sulle strade, ecc. tendono ad utilizzare il loro linguaggio, del quale sono padroni e ne comprendono immediatamente i significati.
L’uso del linguaggio giovanile non dipende soltanto dall’età, ma anche dall’appartenenza ad un determinato gruppo (gruppo di scuola, gruppo del bar, dell’oratorio, del muretto, ecc.) nonché dalla regione geografica d’origine.
Questa forma particolare di italiano giovanile sembra rispondere ad alcune funzioni: 1) funzione identitaria, finalizzata a segnare l’appartenenza al gruppo e a delimitare il gruppo verso l’esterno; 2) funzione ludica, che si realizza attraverso la deformazione del linguaggio stesso; 3) funzione di autoaffermazione, sia nei confronti del gruppo che al suo interno.
Il linguaggio giovanile è costituito da un’ampia varietà di elementi:
1) una base di italiano informale e scherzoso;
2) uno strato dialettale;
3) inserimento di parole straniere e/o lingue speciali o gerghi ;
4) elementi provenienti dal linguaggio dei mass-media: TV, internet, ecc.
5) una combinazione di gerghi sia tradizionali che innovativi.
Ecco alcuni esempi: casinaro, discotecaro, panchinaro, megafesta, megadiscoteca, megagalattico, essere fuori, boy, city, parents, farsi una flebo (tirarsi su di morale), figata, ganzo, sclerare, sgamare, allucinante, micidiale, da urlo, da paura, ami (amico), chissene (chi se ne frega), pome (pomeriggio), raga (ragazzi/e), siga (sigaretta), cumpa (compagnia), simpa (simpatico), scialla (stai tranquillo, rilassati), cisi (ci si vede), non ti accollare (non insistere, non essere appiccicoso), bella raga, come va? (è un saluto molto amichevole e vivace quando si incontra qualcuno), a bestia! (alla grande!), fancazzista (persona che non ha voglia di fare niente), bella zio! (saluto informale con una persona molto stretta).
[Fonte: http://www.treccani.it/ http://www.bruttastoria.it/ ]