Scrivere un Curriculum Vitae di successo
Qualche indicazione su come presentarsi per un colloquio.
Per redigere un Curriculum Vitae (C.V.) non è così semplice, non basta fare un mero elenco degli studi e delle esperienze lavorative; molti psicologici si sono dedicati allo studio dei format più indicati e hanno delineato alcune importanti regole da seguire:
Non fare un C.V. esagerato – Mostra sul C.V. ciò che hai fatto e realizzato concretamente; di solito chi esagera le proprie competenze personali, cercando di voler fare bella figura con il lettore, non è efficace e abbassa le probabilità di essere intervistato.
Scrivere le competenze in maniera adeguata – Cerca di essere specifico sulle competenze e abilità, dove è possibile rendile attinenti alle esigenze del lavoro che ti propongono.
Inserire una fototessera – Alcuni studi hanno evidenziato che per un C.V. di alta qualità, l’aspetto incide molto poco; al contrario se il selezionatore si trova molti curricula che si equiparano, un volto di bell’aspetto può fare la differenza. Il rovescio della medaglia è l’effetto discriminazione che è sempre in agguato. Attenzione! Non sempre le aziende richiedono le foto nel C.V. meglio attenersi alle richieste.
C.V. potenziato sull’esperienza piuttosto che sulla formazione – Gli esperti evidenziano che la maggior parte delle aziende non sono particolarmente interessate alla formazione, è l’esperienza che conta. Meglio essere scrupolosi nel descrivere le esperienze e più schematici nel presentare la formazione.
Non essere avaro nelle informazioni – Fornire ampie informazioni in un massimo di due pagine non è proprio facile. Un C.V. che supera le due pagine scoraggia il lettore, quindi il lavoro è abbastanza complicato.
Non stampare mai un C.V. su carta colorata – Di solito i selezionatori sono prevenuti verso i fogli colorati.
No ai layout creativi – Sembra che alla maggior parte dei reclutatori non piacciano i layout creativi, meglio rispettare un format standard e formale. Dipende anche dal tipo di destinatario, probabile che le case di moda o le aziende pubblicitarie, possano apprezzare la creatività dei candidati.
Inoltre ad un colloquio di lavoro è buona regola presentarsi con un aspetto curato e non trasandato; la buona cura è segno di rispetto per se stessi, ma anche per l’interlocutore.
Per gli uomini viene suggerito di tagliare la barba e sistemare i capelli; indossare un completo con la camicia è sicuramente un grosso punto a favore; volendo è possibile aggiungere anche la cravatta, soprattutto se l’azienda si occupa di consulenze o è un istituto di credito.
Per le donne invece è meglio evitare le gonne troppo corte, scollature troppo accentuate, un trucco troppo forte; la sobrietà non è sinonimo di “essere out”.
Giunti a destinazione è opportuno spengere il cellulare, rileggere le note prese relative all’azienda per cui ci si propone. E’ molto importante rispondere alle domande in maniera chiara ed esaustiva; è bene parlare di se stessi mostrandosi tranquilli e sicuri, evitando di sminuire le esperienze passate. Alcuni sono molto bravi nel celare le emozioni, riescono controllare la cosiddetta comunicazione non-verbale (postura, gestualità, prossemica, ecc.), anche se abbastanza difficile. Attenzione anche al tono di voce, al volume, alla dizione, alla cadenza.
Per affrontare la domanda “mi parli di lei” è buona regola prepararsi a fare una panoramica dei fatti principali: percorsi di studio, le esperienze lavorative, eventuali viaggi all’estero e, se attinenti, gli hobby. Prepararsi i classici punti di forza e i punti deboli e tre aggettivi con i quali descriversi. Invece mai parlare male dei colleghi o degli ex-datori di lavoro.
Infine, da qualche anno si è diffusa l'abitudine di porre domande stravaganti, che tentano di mettere in difficoltà il candidato. Oppure di attuare strategie “aggressive”, come silenzi prolungati e domande incalzanti. In questi casi basta mantenere la calma, anche perché a questo tipo di domande non c'è quasi mai la risposta esatta e viene valutato sia il controllo mentale sia la capacità di ragionare.
[Fonte: http://www.psicosocial.it/ http://www.arealavoro.org/ ]