La pigrizia nei bambini: temperamento, opposizione o insicurezza?
Andiamo alla scoperta dell'origine del 'bambino pigro'.
Il bambino pigro, lento, sognatore, un po’ svagato, sembra non essere un abitante del mondo contemporaneo, sempre più veloce e rapido. All’origine di questa caratteristica ci possono essere diverse spiegazioni e di conseguenza anche differenti modi di intervento. Soprattutto per i genitori è più facile venirne a capo, poiché hanno sott’occhio il bambino fin dalla nascita, quindi hanno abbastanza indicazioni per fare una valutazione obiettiva.
Importante: occorre prima di tutto verificare che non ci siano malattie organiche di tipo cronico che possono dare un continuo senso di stanchezza e di affaticamento. A questo punto, allora, addentriamoci nelle varie possibilità.
Lentezza per temperamento. Si tratta di un bambino che è stato lento fin dalla nascita: ha iniziato a parlare e a camminare più tardi, ha avuto bisogno di stimoli sensoriali più forti, ecc. Anche all’asilo, preferiva rimanere tranquillo in disparte piuttosto che con i compagni, ma non per timidezza, bensì per un piacere suo, profondo. E’ un bambino che spesso non reagisce con entusiasmo di fronte a una sorpresa o a qualcosa di bello e gratificante, è poco reattivo a qualsiasi sollecitazione.
Non di rado i genitori si sentono inermi di fronte a questa caratteristica del figlio, arrivano a pensare di non essere abbastanza buoni. La tendenza è di “lasciarlo stare nel suo brodo”, mentre sarebbe opportuno coinvolgerlo sempre più con stimoli più forti.
Quelle appena descritte sono caratteristiche di un “vero pigro”, che magari si scioglierà con il passare del tempo; mentre esistono dei “falsi pigri”, come coloro che utilizzano l’apatia e la lentezza come forma di difesa. Quando un bambino vede che la maggior parte dell’attenzione viene rivolta al fratello o alla sorella, allora può reagire mettendosi da parte volontariamente. Si tratta di una sorta di opposizione passiva, questo tipo di bambino esprime la propria ribellione con una lentezza esasperata. Spesso è un comportamento agito in famiglia, mentre a scuola è vivace e svelto.
La lentezza può avere origine anche da un’insicurezza. In realtà non sono bambini lenti, ma agiscono un perfezionismo esagerato, si perdono nei dettagli, ad esempio: un compito viene riguardato più volte affinché sia corretto; prima di decidere di indossare un vestito ci pensa molto, ecc.
Ci sono bambini che non sono lenti a fare le cose, bensì nel passare da una situazione all’altra, ad esempio: passare da un tipo di compito all’altro (dalla matematica a storia), da una situazione ludica a una di impegno scolastico, ecc. cercano sempre di prendere tempo.
Esiste un’altra origine della lentezza: sono quei bambini sognatori, che si perdono nelle loro fantasie. Spesso la realtà circostante è scoraggiante, poco stimolante, quindi preferiscono rifugiarsi nel loro mondo fantastico, dove, da veri protagonisti, possono fare tantissime esperienze soddisfacenti e ricche di successo. Questi bambini però, appena si sentono più voluti e più amati, abbandonano il mondo immaginario e vivono piacevolmente il presente.
Per intervenire in modo efficace, occorre una maggiore presenza partecipativa da parte dei genitori; magari il “figlio pigro” ha bisogno di maggiore considerazione: se la sua passione sono i videogiochi, il genitore può di tanto in tanto, chiedere di giocare con lui, facendolo sentire protagonista principale, stimolandolo positivamente.
Se invece il figlio difficilmente prende l’iniziativa di fare qualcosa, occorre invitarlo a fare il primo passo su un’attività di suo interesse, ad esempio: gli piace fare i compiti con un amico, però non ce la fa ad invitarlo, il genitore può dargli il numero e porgergli il telefono, in questo modo non può tirarsi indietro.
E’ necessario anche fare attenzione a non essere troppo intrusivi, occorre sempre molta discrezione.
[Fonte: LIBRO: I bambini sono cambiati. di S. Vegetti Finzi, A.M. Battistin]