Obesità: disponibilità di cibo e diminuzione di attività fisica

Obesità: disponibilità di cibo e diminuzione di attività fisica

Un peso eccessivo che fa male alla salute.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce l’obesità come quella condizione caratterizzata da un eccessivo peso corporeo per accumulo di tessuto adiposo in misura tale da influire negativamente sullo stato di salute.

Il problema dell’obesità si sta espandendo con grande rapidità nel mondo. E’ considerata una patologia tipica ed esclusiva della società del benessere, in quanto è causata da un eccessivo apporto calorico (dieta ricca di grassi animali e zuccheri raffinati), mancanza di attività motoria e disturbi psicologici.

All’inizio l’unico approccio terapeutico consisteva in una riduzione forzata della quantità di cibo, mentre da alcuni anni si sta facendo strada un orientamento che contempla approcci più integrati, che mettono assieme terapie psicologiche, comportamentali ed educative rivolte sia alle abitudini alimentari che allo stile di vita.

Il primo passo è indagare per rilevare la presenza di fattori biologici e genetici, meglio non imputare la responsabilità alla persona del sovrappeso, in tal caso il rischio è di innescare un pericoloso meccanismo di perdita di autostima.

Anche fattori emozionali e stressanti possono avere ripercussioni sul corpo: per contrastare situazioni di sofferenza, nel tentativo di ripristinare il livello di piacere, si può ricorrere ad ogni tipo di soluzione: droghe, alcol, attività fisica estenuante, oppure il cibo, che ha possibilità di diventare un rifugio, alla lunga, deleterio.

L’obesità si accompagna ad altre patologie: ipertensione, diabete mellito di tipo II, patologie a carico del sistema osteo-articolare, ictus, infarti, riduzione dell’aspettativa di vita.

Il fatto sorprendente è che nel mondo contemporaneo l’obesità è sempre più in aumento nell’infanzia e nell’adolescenza. In molti bambini obesi la mancanza di autocontrollo è testimoniata dalle loro modalità alimentari: mangiano velocemente, masticano poco il cibo, consumano una quantità di cibo maggiore rispetto a quella necessaria, mangiano pur non avvertendo la fame, mangiano in solitudine o nella segretezza, ricercano nel cibo una risposta ad un’emozione negativa.

Nelle famiglie dove sono presenti bambini obesi, sono stati riscontrati alcuni comportamenti inadeguati: 1) il cibo diventa uno strumento per costruire e consolidare relazioni intrafamiliari (mangiare per far contenti i genitori); 2) consumare i pasti in orari e luoghi della casa diversi, per cui i membri della famiglia mangiano per lo più da soli; 3) il cibo viene usato come premio per un successo scolastico o sportivo, oppure negato per punizione; 4) uso della TV durante i pasti; 5) relazioni familiari disordinate.

Ecco che si manifesta la necessità di rivolgersi a qualcuno, a dei professionisti qualificati che prendano per mano l’intero nucleo familiare e lo accompagnino in un percorso per ricostruire le relazioni consumate e imparare di nuovo a stare bene insieme.

Ecco alcuni testi per approfondire:

L’anima ha bisogno di un luogo. Disturbi alimentari e ricerca dell’identità.  –  S. Marucci, L. Dalla Ragione.  Edizioni Tecniche Nuove.

Disturbi alimentari. Guida per genitori e insegnanti. – R. Bryant-Waugh, B. Lask.  Edizioni Erickson.

Anoressia, bulimia, obesità. Disturbi dell’alimentazione e del peso corporeo da 0 a 14 anni. – M. Cuzzolaro, F. Piccolo, A.M. Speranza.  Edizioni Carocci.

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