Essere tristi è possibile…ed è soprattutto umano

Essere tristi è possibile…ed è soprattutto umano

Un'emozione che fa parte del repertorio di qualunque persona.

A tutti sarà capitato di provare tristezza per motivi diversi: respinti da un partner o da un amico, sentirsi sconfitti in seguito al fallimento di un progetto di lavoro o di studio, tristi per una malattia o per la morte di una persona cara, o del proprio cane o gatto, ecc.

Anche questa emozione ha uno scopo, ossia dare nuova forza ed energia per ricominciare. Essa spinge ad evitare nel futuro situazioni che potrebbero portare ad una perdita. Ad esempio la persona lasciata dal partner e ritiratasi momentaneamente in se stessa, vive questa emozione riflettendo sui comportamenti che possono aver facilitato l’abbandono. Oppure un ragazzo, colpito dalla morte dell’amico in un incidente “del sabato sera” prende molto sul serio i pericoli della guida in stato di ebbrezza.

La tristezza sollecita l’attenzione degli altri e rappresenta un fattore di coesione sociale nei momenti di grave difficoltà. Coloro che sono vicini alla persona che soffre, vorrebbero offrire conforto e sostegno per diminuire il dolore, ma non tutti sono propensi a farsi aiutare.

Alcuni hanno bisogno di ritirarsi, stare da soli per elaborare i fatti, per riprendersi progressivamente; altri cercano l’isolamento per vergogna o per orgoglio, non vogliono mostrare in pubblico le proprie emozioni. Altri ancora possono ricorrere all’uso di farmaci per eliminare la tristezza, quest’ultimo non del tutto appropriato, poiché provare tale emozione può aiutare a far rimarginare la ferita della perdita o dell’insuccesso.

Certamente il grado di gravità è molto diverso, così come l’intensità dell’emozione, che va ad esempio distinta dalla depressione, per quanto a volte i due concetti vengono confusi. Nella depressione il meccanismo di elaborazione della situazione si inceppa, non arriva mai alla fase conclusiva e chi ne è colpito resta del tutto incapace di reagire.

Quando la tristezza invade la persona, è necessario darle ascolto e accertarla, in questo modo è possibile riflettere e comprendere meglio quanto è accaduto. Restare temporaneamente inattivi può essere senz’altro d’aiuto per far chiarezza, ma al tempo debito (ognuno ha il proprio) occorre riprendere le attività e la vita regolare.

Nel caso in cui questo stato d’animo si prolunghi eccessivamente, occorre l’intervento di uno specialista per avere supporto e per evitare di cadere in una malattia cronica. 

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