Moxibustione o Moxa: produzione di calore benefico
Scopriamo questo strumento terapeutico interessante.
E’ una tecnica millenaria che viene utilizzata con esiti positivi nella Medicina Tradizionale Cinese.
Nella moxa viene usato una sorta di “sigaro”, della lunghezza di 20 cm per un diametro di 15 mm, fatto di Artemisia Vulgaris, una pianta medicinale che, bruciando, emette un piacevole calore ed è indicata nelle malattie croniche e nei dolori articolari in genere. I tempi di combustione sono ottimali, poiché non brucia né troppo velocemente, né troppo lentamente.
L’applicazione segue gli principi fondamentali e gli stessi meridiani dell’agopuntura. Una volta individuati i punti da trattare, che in effetti è la parte più difficile per chi esegue questa tecnica, è necessario capire se il trattamento deve essere eseguito in dispersione o tonificazione.
Se il punto prescelto è “vuoto”, cioè ha bisogno di energia, si deve tonificare, ossia portare energia; inversamente se è “pieno”, quindi carico di energia bloccata, stagnante, si deve disperdere, cioè allontanare più energia possibile.
Dopo aver acceso il sigaro lo si posiziona sopra il punto da trattare a circa 3 cm dalla cute, lo si tiene in tale posizione finché la zona non si arrossa, occorrono generalmente 10 minuti a punto.
La moxibustione risulta meno invasiva rispetto all’agopuntura, più piacevole per la sensazione di calore che penetra in profondità; la persona che riceve il trattamento può quindi rilassarsi in tutta tranquillità, cosa fondamentale affinché si possano ottenere risultati soddisfacenti.
La tecnica della moxa è da evitare nei soggetti con ipertensione, iperemia, infiammazione acuta, malattie della pelle (nei, psoriasi, eczema, ecc.) e febbre.
E’ invece indicata in casi di dolori articolari e cervicali legati al freddo e all’umidità o in quelli di bronchite e asma.
Il suggerimento più importante è: rivolgersi sempre a operatori qualificati.
[Fonte: http://www.disinformazione.it/ http://www.my-personaltrainer.it/ ]