Jonathan Livingston…il gabbiano ribelle

Jonathan Livingston…il gabbiano ribelle

Narrazione entusiasmante di avventure, di voli, di aria e di libertà.

Lo scrittore e pilota Richard Bach ha scelto il gabbiano come animale simbolo di chi ha la forza di ubbidire alla propria legge interiore, di chi prova piacere nel far bene le cose a cui si dedica, di chi lotta pacificamente contro i pregiudizi.

 “La maggior parte dei gabbiani non si danno la pena di apprendere, del volo, altro che le nozioni elementari: gli basta arrivare dalla costa a dov’è il cibo e poi tornare a casa. Per la maggior parte dei gabbiani, volare non conta, conta mangiare. A quel gabbiano lì, invece, non importava tanto procurarsi il cibo, quanto volare. Più d’ogni altra cosa al mondo a Jonathan Livingston piaceva librarsi in cielo. Ma a sue spese scoprì che, a pensarla in quel modo, non è facile trovare amici. E anche i suoi genitori erano afflitti a vederlo così: che passava giornate intere tutto solo, dietro i suoi esperimenti, quei suoi voli planati a bassa quota, provando e riprovando.” [Fonte: Il gabbiano Jonathan Livingston. R. Bach]

Senz’altro in molti avranno potuto ammirare i voli instancabili dei gabbiani sopra il manto marino, o magari appollaiati sulle briccole vicino ai porti. 

Infatti, l’habitat ideale per i gabbiani è in prossimità delle coste marine, dei fiumi, delle lagune e dei canali. Però grazie all’ampia disponibilità di cibo offerta dai rifiuti urbani, il gabbiano ha colonizzato anche le aree cittadine, affollando discariche, parchi e campi coltivati delle campagne.

I gabbiani sono onnivori. Loro si cibano preferibilmente di pesci, gamberi, granchi, piccoli uccelli e mammiferi, ma anche di vermi, cereali e rifiuti commestibili. Vengono chiamati “gli spazzini del mare…e non solo”.  Negli ultimi sono diventati i principali concorrenti dei piccioni, che hanno fatto da padroni nei cieli, nelle piazze e sui cornicioni di molte città e paesi. A segnare il declino dell’impero dei piccioni è la cosiddetta  “guerra degli uccelli”: scontro fra gazze, merli, cornacchie e soprattutto gabbiani.

Le migrazioni dipendono sia dalla quantità di cibo, sia dalle condizioni climatiche. Infatti qualora le condizioni climatiche non siano particolarmente rigide e il cibo sufficiente, i gabbiani non si allontanano poi di molto dalle zone prescelte.

La cura dei piccoli da parte degli adulti lo ritroviamo anche nei gabbiani. Infatti, proprio per salvaguardare la vita dei pulcini appena nati, che sono ovviamente più vulnerabili, uno dei genitori, dopo la schiusa delle uova, prende il guscio nel becco e lo abbandona ad una notevole distanza dal nido, così da non attirare l’attenzione di temibili predatori, come ad esempio i corvi o le volpi. Questa strategia oltre a servire da pulizia del nido, è efficace per depistare l’attacco da parte di disturbatori non graditi.

Se vogliamo ritrovare e mantenere l’immagine del gabbiano Jonathan che Bach ha descritto, andiamo a rileggere questo libro, che apre la mente e fa sognare.

 

 

Potrebbe interessarti anche...