Quando togliere il ciuccio? E come affrontare questo evento?

Quando togliere il ciuccio? E come affrontare questo evento?

Sono molti i dubbi e le domande dei genitori su questo tema.

Ovviamente non c’è una ricetta unica che funziona, dato che ogni bambino è diverso e che ogni famiglia ha il proprio equilibrio.
Innanzitutto bisogna premettere che la suzione è gesto naturale nei bambini, soddisfa il bisogno primario della nutrizione ed è un modo per contrastare la paura e la solitudine. La forma del ciuccio ricorda quella del capezzolo della mamma e permette al bebè di calmarsi e autoconsolarsi quando la mamma è assente. Per questo motivo è considerato un aiuto psicologico: può infatti essere utile a conciliare il sonno, a scaricare la tensione, farlo sentire sicuro e protetto e dargli piacere.

Non c’è un momento particolare per togliere il ciuccio al bambino, ma generalmente avviene spontaneamente intorno ai due o tre anni di età (o comunque entro i quattro), cioè quando il piccolo acquisisce fiducia in se stesso. In tutti i casi il distacco non deve essere improvviso, bensì progressivo e senza fretta.

Inizialmente si può decidere insieme al bimbo dove conservarlo (magari in una scatolina) e darglielo quando lo richiede espressamente, per esempio, quando va a dormire. Si possono fare delle concessioni che lo gratifichino quando accetta di farne a meno, per esempio darglielo per il pisolino pomeridiano. Si potrebbe proporre di dare il succhiotto al suo pupazzo preferito, in modo che non si senta triste quando lui non c’è. Un buon metodo per l’abbandono definitivo potrebbe essere quello di creare un piccolo rituale. Ad esempio: potete legare il ciuccio a un palloncino e lasciarlo trasportare via dicendo che così il ciuccio diventerà un esploratore dello spazio, o andrà sulla luna; potete anche lasciarlo alla fatina dei ciucci, che porterà un dono in cambio. Oppure potete, sempre insieme al bambino, seppellirlo nella terra con dei bulbi o dei semi di fiori, così che il ciuccio che lui ha lasciato possa aiutare a far nascere dei fiori.

Volendo potete stabilire insieme la giornata in cui “diventerà grande”. E quel giorno, rinunciando definitivamente al suo ciuccio, avrà in cambio un regalino o una festa in famiglia, quasi fosse un compleanno. In questo caso, create attesa mano a mano che vi avvicinate alla data stabilita, affinché lo senta ancor di più come un momento speciale. Volendo, nel giorno in cui “diventerà grande”, potete – mettendovi prima d’accordo con la cassiera del negozio di giocattoli – far pagare al bambino un giocattolo nuovo dando in cambio il suo ciuccio. Potete fare una cosa simile con il suo dottore o con la maestra e fargli consegnare in cambio un regalino o qualcosa di speciale per celebrare l’evento.
Infine potete proporgli di regalarlo a un bambino nato da poco. Il “regalo” funziona se vostro figlio lo conosce (magari è il bebè di amici di famiglia o parenti) ed è di indole generosa. In questo caso potete confezionare il pacchettino regalo insieme da dare al nuovo/a arrivato/a.

In tutti questi casi, è importante che il bimbo si senta coinvolto e partecipi all’evento, così che, se in futuro avrà nostalgia del ciuccio, sappia che la decisione di abbandonarlo sia stata sua.
Un’altra cosa importante è scegliere un periodo tranquillo e senza situazioni di stress. Un momento buono può essere durante le vacanze o la festa di compleanno. E infine siate pazienti e fate in modo che sia il bambino a decidere di “diventare grande”, quindi evitate di stressarlo con critiche o rimproveri, altrimenti rischiate che si rifugi nel ciuccio per i sensi di colpa e ansia.

[Fonte: http://www.mammaepapa.it/  - http://www.genitorichannel.it/  http://www.sostata.tv/ ]

 

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