Dire no

Dire no

Non facile ma utile

Molte persone hanno difficoltà o si trovano a disagio nel porre dei limiti, a dire “no, non posso”. Dietro a questi meccanismi d’azione si possono nascondere varie motivazioni profondamente nascoste.

Può capitare in ambito lavorativo, nel gruppo delle amicizie e anche in famiglia, dove forse è ancora più difficile perché ci sono di mezzo affetti e sentimenti.

La disponibilità eccessiva potrebbe essere data dal desiderio di sentirsi più amati, accettati o benvoluti. Quindi la formula è: dico sempre sì e per questo sono amato di più. Ma cosa succede quando abbiamo detto l’ennesimo “sì”? Esteriormente siamo sorridenti e soddisfatti, ma internamente siamo in piena lotta con noi stessi; sentiamo salire la rabbia, stiamo male. “Sono rimasto fregato anche questa volta”.

Però ad un certo punto forse ci renderemo conto che le cose non funzionano così. Nel lungo andare avremo accontentato tutti coloro che ci ruotano intorno ma avremo messo da parte noi stessi. Magari ci renderemo conto di aver perso delle occasioni che non si ripresenteranno più e alla fine ci sentiremo svuotati, a terra.

Imparare a dire “no” è un percorso difficile. Spesso avvertiremo un senso di frustrazione, ci sentiremo combattuti, ma nel tempo riusciremo ad aggiustare il tiro. Si può iniziare dalle richieste più semplici. Inoltre non occorre aggredire l’altro, basta comunicargli gentilmente che non possiamo essere d’aiuto; che non siamo al momento reperibili o disponibili.

Consapevolezza, rispetto e senso di responsabilità, sono strumenti fondamentali per avvicinarsi prima di tutto a se stessi e comprendere come poter essere utili anche agli altri senza lasciarsi prevaricare.

  

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