Essere golosi non è peccato
Mangiare con moderazione si può fare
Talvolta golosità e appetito non hanno la stessa tempistica. Ad esempio passando di fronte ad una pasticceria con una ricca vetrina di dolcetti di ogni tipo lo sguardo viene rapito da tanta bontà, inizia la salivazione ed è facile abbandonarsi ad un peccato di gola anche se non abbiamo fame.
Ma non tutte le persone sono golose di dolci, c’è chi impazzisce per il salato, panini e focaccine farcite, pizzette, stuzzichini da aperitivo.
L’aggettivo goloso è attribuito a chi avidamente è attratto da alcuni tipi di cibo. Il termine deriva dal latino gulosus proprio col significato di trangugiare, ingerire.
Nell’opera La Divina Commedia del sommo poeta Dante, ai golosi viene addirittura riservato un apposito spazio, il terzo girone. Qui ci sono coloro che si sono macchiati del peccato di gola, ossia hanno speso la loro esistenza alla ricerca di piacere e godimento di cibi succulenti e prelibati.
Mentre il modo di dire “peccato di gola” pare derivi dalla storia della teologia cristiana e richiama Tommaso D’Aquino che dice <<L’essere umano quando eccede la giusta misura nel dedicarsi ai piaceri del cibo e delle bevande fa peccato.>>
Oggi numerosi professionisti della nutrizione invitano alla moderazione. La dieta mediterranea è presa come modello di regime alimentare del benessere, dove tutti i nutrienti sono equilibrati. I suggerimenti più comuni sono la stagionalità per quanto riguarda frutta e verdura. Prediligere i prodotti a KM Zero, che non richiedono lunghi periodi di conservazione.
Indicazione importante è evitare le diete fai-da-te, rivolgersi sempre a specialisti qualificati. Insieme a loro è possibile comporre un quadro generale riguardante alimentazione e stile di vita, specifico per la propria persona.
E poi se ogni tanto capita, concediamoci pure un peccato di gola!