Kintsugi

Kintsugi

Riparare con l'oro. Metafora di vita

A molti sarà successo  di rompere un vaso, magari ereditato dai nonni o visto e acquistato in uno di quei meravigliosi mercatini d’antiquariato e alla fine, con tristezza, raccogliere i cocci e gettarli nella spazzatura. Troppa pazienza per rimetterli insieme.

E invece una tecnica esiste davvero. L’idea arriva da un’antica arte giapponese, il Kintsugi o Kintsukuroi. Letteralmente ha il significato di “riparare con l’oro” vari oggetti: vasellame, piatti, utensili, tazze in ceramica.   

Non solo l’oggetto viene aggiustato ma acquisisce un valore maggiore, sia dal punto di vista artistico che economico.

Il materiale utilizzato è appunto l’oro, ma anche argento oppure lacca in polvere.

Ovviamente la rottura e i pezzi sono del tutto casuali, così come le venature che si vengono a formare nella ricostruzione. Possono essere linee intrecciate, crepe e imperfezioni. Da qui nasce qualcosa di nuovo e di diverso.

Il Kintsugi può essere letta anche come metafora esistenziale.

Laddove si siano verificate ferite o crisi in seguito a eventi traumatici, è possibile rimettere insieme i pezzi, cambiare per ripartire, per migliorarsi e affrontare il futuro con maggiore forza.   

Inevitabilmente ogni ferita lascia una cicatrice. Possiamo scegliere se restare fermi a rimuginare sull’evento oppure attivarsi per ricucire la crepa e proseguire la propria vita. Darsi una nuova opportunità.

Da una rottura scaturisce la sofferenza. Da qui occorre darsi tempo per accettare l’evento. Ad un certo punto è necessario decidere se concedersi una seconda possibilità. Ricercare gli strumenti opportuni per ricomporre la vita. Applicarli concretamente. Immaginare + pensare + agire. 

<<La ceramica è fragile, forte e bella, tutto insieme, proprio come le persone. Allo stesso modo, la nostra vita può rompersi ma può anche ricomporsi, se sappiamo come fare.>> [Tratto da Kintsukuroi. T. Navarro]

[Fonte immagine: https://ilfaro24.it/ ]

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