Biodegradabile e compostabile
Per uno smaltimento migliore
Nonostante sia già qualche anno che è in atto la raccolta differenziata dei rifiuti, ci sono ancora delle perplessità e dubbi su come smaltire correttamente il materiale.
Un primo approfondimento viene dedicato a due concetti: biodegradabile e compostabile.
Biodegradabilità è la caratteristica di quei materiali che possono essere scomposti da microrganismi naturale, quali i batteri ad esempio, oppure da agenti atmosferici come umidità, calore e luce solare. Quindi la presenza combinata di questi elementi velocizza il processo di decomposizione naturale.
Ogni materiale ha il proprio tempo di degradazione, tuttavia per essere considerato “biodegradabile” deve decomporsi del 90% entro sei mesi, come stabilito dalla normativa europea.
Mentre il termine “compostabile” ossia trasformabile in compost, concime naturale, è la caratteristica di quei materiali biodegradabili che si decompongono completamente entro tre mesi.
Quindi se un imballaggio è sia biodegradabile che compostabile ha le caratteristiche adeguate per essere smaltito nell’umido. Invece un imballaggio SOLO biodegradabile va nella raccolta del materiale di origine. Esempio: il sacchetto di plastica biodegradabile va nella raccolta della plastica. Il sacchetto di carta biodegradabile va insieme alla carta. E così via.
In caso di dubbi ulteriori occorre consultare la normativa del Comune di appartenenza o l’azienda che si occupa della raccolta dei rifiuti.
Soltanto i prodotti classificati come “compostabili” sono davvero eco-friendly perché al termine del processo di decomposizione non verranno rilasciate sostanze dannose nell’ambiente.
Per ulteriori info e approfondimenti: Direttiva-UE 2015/720 o i numerosi siti che si occupano di problematiche ambientali, come https://www.legambiente.it/ oppure aziende che trattano lo smaltimento dei rifiuti.