Daltonismo
Incapacità di distinguere i colori
La nostra percezione cromatica è affidata alla combinazione di un input neurale e a particolari cellule della retina, chiamate coni, sensibili alle diverse lunghezze d’onda con cui la luce li colpisce. Ciascun cono contiene un fotopigmento specifico, sensibile rispettivamente alla banda del rosso, del verde e del blu.
La persona con una vista regolare può distinguere i vari colori, laddove invece ci sia una incapacità si parla di Daltonismo o di Discromatopsia. Il termine “daltonismo” proviene da John Dalton, chimico, fisico e matematico inglese che studiò il decorso di questo disturbo essendone lui stesso affetto.
Viene meno la capacità di riconoscere il rosso dal verde, tipologia più classica, deriva dal fatto che entrambi vengono percepiti come sfumature di giallo o grigio; in altre forme non vengono contraddistinti il blu dal verde oppure il rosso dal blu.
All’origine ci può essere un’alterazione del nervo ottico, oppure i coni della retina possono essere difettosi o addirittura mancare. Si tratta di una caratteristica trasmessa ereditariamente.
Spesso le persone vengono a conoscenza di questo disturbo a seguito di una visita oculistica, durante la quale viene sottoposta la visione di un particolare disegno a mosaico, formato da puntini colorati, in cui compare un numero o una lettera, parzialmente mimetizzati ma di colore diverso da quello sulla sfondo. Questo strumento diagnostico si chiama Test di Ishihara.
Ad oggi sembra non esistere alcuna terapia per risolvere questo disturbo tuttavia sono disponibili degli occhiali con lenti particolari che consentono la visione giusta.
Come sempre è necessario rivolgersi al proprio oculista di fiducia per una corretta diagnosi e un appropriato intervento.
[Fonte testo: Anatomia & Fisiologia. G.A.Thibodeau, K.T.Patton; Enciclopedia Universale Rizzoli Larousse]
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