Alfabeto Braille
Un sistema rivoluzionario
Louis Braille, vissuto in Francia nella prima metà del 1800, insegnante di musica, è l’ideatore del rivoluzionario sistema di lettura per ipovedenti che porta il suo nome.
Prima di lui la vita delle persone non vedenti era relegata ai margini della società; per loro l’accesso all’istruzione era ostacolata dalla mancanza di strumenti idonei. Il sapere veniva trasmesso verbalmente e con l’aiuto degli altri sensi.
Nella seconda metà del 1700 ecco i primi tentativi per trovare un sistema che consentisse ai ciechi di poter leggere in maniera autonoma. Un certo dottor Klein, grazie all’uso di un punteruolo, incise i bordi delle singole lettere, così che la persona sfiorando i puntini con i polpastrelli delle dita, riusciva ad individuare la lettera. Senz’altro un passo avanti, ma era comunque impegnativo perchè doveva tenere a memoria tutti i segni per riuscire a comprendere quanto scritto.
<<La soluzione al complesso problema giunse nel 1850 per opera di un cieco francese: il maestro Louis Braille. [...] Il sistema braille riprende il sistema del punteruolo, ma lo trasforma in un codice: ogni lettera dell’alfabeto viene trascritta da uno a sei punti; determinante diventa la posizione del punto, ossia il posto che il punto occupa nel rettangolo in cui viene inserita la lettera dell’alfabeto da leggere.>> [Fonte: La pedagogia clinica. I processi formativi del diversamente abile. Di L. Trisciuzzi]
Da allora sono stati stampati numerosi libri seguendo il Metodo Braille, universalmente adottato in tutte le scuole per ciechi del mondo.
[Fonte testo: la citazione appartiene al libro indicato nell’articolo.]
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