L'arrivo del secondogenito è un evento davvero dirompente per alcuni bambini, perchè minaccia l'amore esclusivo dei genitori.

L'arrivo del secondogenito è un evento davvero dirompente per alcuni bambini, perchè minaccia l'amore esclusivo dei genitori.

La rivalità tra figli nasce dall'istinto primordiale di 'farsi spazio', affinchè i genitori garantiscano la sopravvivenza a tutti.

“Uffa! Ma questo dobbiamo proprio tenercelo?”

Spesso capita che il primogenito, alla nascita del fratellino o della sorellina, non sia proprio felice e non faccia salti di gioia. Molti esperti in psicologia ritengono che il primo oggetto d’amore di ogni bambino sia proprio la mamma; perdere parte delle sue attenzioni è vissuto male. Improvvisamente sono costretti a dividere l’amore e le cure con altri “estranei”.

Le emozioni che emergono sono di delusione e di rabbia, possono essere considerate del tutto naturali e, secondo gli esperti, anche positive: è un bene che il bambino esterni questa gelosia primitiva nei confronti del “concorrente”, al contrario, ossia reprimerla potrebbe portare a  somatizzazioni pericolose per la salute.

La manifestazione di questa gelosia può avvenire in diversi modi. Ci sono bambini che “subiscono” una sorta di regressione, ad esempio fanno la pipì a letto, oppure ricominciano ad usare il biberon; altri, con la scusa di guardare il fratellino, cercano di provocare qualche piccolo incidente; altri ancora ne parlano in modo negativo con i genitori, magari facendo la spia di ciò che combinano alterandone i contenuti. Comunque sia alla base di tutto questo c’è un unico e chiaro messaggio: mamma, papà, ho bisogno della vostra attenzione!

Gli psicologi invitano mamme e papà ad usare empatia, coinvolgimento e gratificazione: se la primogenita si lamenta perché il padre loda  troppo il fratellino, lui dovrebbe rispondere: “Ti capisco, è difficile a volte essere la sorella maggiore!” Oppure se il figlio maggiore protesta perché la nuova arrivata lo disturba con le sue grida, si potrebbe replicare: “Hai proprio ragione, la tua sorellina piange davvero tanto, mi aiuti a distrarla, tu sei così bravo nel farla ridere!”

Ovviamente, quando è possibile, è importante trascorrere del tempo con il più grande senza il terzo incomodo, o nel caso ci siano più figli, occorre garantire attenzioni a tutti e rispondere ai bisogni individuali di ognuno.

E’ chiaro che le varie strategie utilizzate non eliminano la gelosia, ma almeno possono attenuarla e ridurre le conseguenze.

Inoltre, quando mamma e papà sentono litigi e battibecchi tra fratelli o tra sorelle, dovrebbero lasciar loro il tempo necessario per risolvere la questione in maniera autonoma. Questa sorta di indifferenza fa perdere sapore ai conflitti; se invece i due litiganti rischiano di venire alle mani, meglio intervenire per dividerli. Sarebbe opportuno allontanarli e una volta calmata la rabbia, è buona cosa incontrarsi di nuovo per chiarire la questione a parole, confrontarsi senza alzare le mani.

Gli esperti suggeriscono che nel caso si manifestino situazioni di gelosia, i genitori dovrebbero evitare:

1) di dire: “Tu sei grande!” per il bambino, in quel momento, l’età è irrilevante, continuare a sottolinearla può essere controproducente;

2) di fare confronti, in questo modo si va ad alimentare la rivalità e la questione non si risolve;

3) di dire:  “Grazie di avermelo riferito, ora punirò tua sorella.” Il comportamento da spia tende a minare la fiducia reciproca. 

Altra cosa interessante da considerare: quando si parla di gelosia tra figli, subito viene in mente che sia riferita al primogenito, ma esistono casi in cui sono i più piccoli a svilupparla. Anche il secondogenito può sperimentare la sensazione spiacevole di non essere al centro dell’attenzione dei genitori. Vista la situazione dalla sua prospettiva: la mamma o il papà sono sempre occupati nella relazione con il fratello o la sorella maggiore.

Infine però è anche vero che la relazione tra fratelli o tra sorelle, o comunque tra figli, non è fatta soltanto di gelosie, anzi, ci sono anche sentimenti molto belli, come la complicità e la cooperazione, che sono alla base dell’affetto all’interno della famiglia.

 

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