Il baco da seta
Goloso delle foglie di gelso
Sembra che i primi ad allevare i bachi da seta siano stati i cinesi nel III millennio a.C. Molto tempo dopo la bachicoltura si diffuse in India. In Europa arriva nel VI secolo d.C.
L’allevamento avviene in locali, detti bigattiere, che richiedono particolari accorgimenti. Ci deve essere una buona illuminazione e una costante circolazione d’aria; la temperatura deve aggirarsi attorno ai 20-25°C. All’interno di queste strutture vengono disposti dei graticci dove saranno depositati questi preziosi insetti lepidotteri.
L’unico nutrimento dei bachi da seta, detti anche filugelli, sono le foglie di gelso.
I filugelli subiscono vari cambiamenti di pelle (detti mute) oltre a aumentare di dimensioni. Dopo l’ultima muta il baco da seta raggiunge la lunghezza di ben 8 cm. La pelle è di colore bianco tendente al grigio.
Al termine di ogni muta il filugello sembra essere assalito da una irrefrenabile fame, chiamata “grande fame”. Gli allevatori forniscono il loro cibo preferito. Ma quando è pronto per filare il bozzolo smette di mangiare. A questo punto vengono adagiati sui graticci e lasciati lavorare tranquillamente.
La seta viene emessa da una piccola protuberanza, chiamata filiera, collegata alle ghiandole della seta.
Per due o tre giorni iniziano a tessere incessantemente, tanto che il filo può raggiungere una lunghezza di 1.500 mt. I bachi da seta si trovano all’interno di questo involucro. Inizia così la fase in cui si trasformano in crisalidi e successivamente in farfalle.
L’allevamento dei filugelli e la produzione della seta sono attività regolamentate.
[Fonte testo: Enciclopedia Universale Rizzoli Larousse]
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