Dei papà cosa sappiamo?! I neo-padri e le loro emozioni nascoste.
E' necessario cominciare a pensare alla paternità come a qualcosa su cui investire a vantaggio delle generazioni future.
La letteratura scientifica ha concentrato spesso la sua attenzione sulla relazione madre-figlio, lo ha esplorato ogni suo aspetto. Mentre si parla di padri assenti, imputando alla loro latitanza educativa frequenti disagi e difficoltà emergenti nello sviluppo dei figli.
Molto è cambiato negli ultimi anni e sempre più padri seguono i loro bambini già dai primi mesi di vita. Da uomo a padre: diventare genitori comporta una trasformazione definitiva. Un uomo che decide di diventare padre va incontro ad una fase della propria vita che ha un forte potenziale di cambiamento. Nessun’ altra sfida comporta le medesime implicazioni psicologiche ed emotive come quelle di avere un figlio. Si tratta di un passaggio definitivo dal quale non si può tornare indietro o dal quale fuggire, se non causando gravi conseguenze. Inoltre l’essere padre è un’esperienza, un viaggio che non ha percorsi tracciati, non ci sono mappe o cartine che posso offrire indicazioni di comportamento. Tutto è sconosciuto, imprevedibile e misterioso.
Il ruolo del padre spaventa molti uomini, lo vedono come un’interruzione del proprio ciclo di vita: un evento che porta instabilità nella professione, che limita la libertà e il tempo libero. Invece diventare padre non è un pericolo, anzi è una presenza fondamentale insostituibile nel processo di crescita del proprio figlio fin dalla nascita.
Una significativa quantità di studi ha rivelato e raccolto le molteplici sfaccettature delle emozioni materne, sia durante la gravidanza, sia dopo il parto. Mentre poco sappiamo su ciò che avviene nel neo-padre. Le ricerche che hanno indagato nel mondo emotivo e psicologico dei padri nel periodo di attesa di un figlio sono davvero poche. Alcuni studiosi parlano di depressione post-partum dei neo-papà; sembra che il 10% ne soffra, ma le cause non sono del tutto conosciute ancora. Probabilmente il papà soffre della relazione simbiotica tra madre e figlio, della quale si sente solo spettatore.
Ma facciamo un passo indietro: che cosa succede tra madre e figlio dopo la nascita?!
I piccoli degli esseri umani sono “programmati” per sviluppare una forte relazione di attaccamento con la propria madre, per stimolare in lei un vitale accudimento. Attaccamento e accudimento sono processi fondamentali, senza i quali i bambini ne soffrirebbero, poiché incapaci di provvedere da soli ai propri bisogni. Si crea una forte reciprocità. La mamma sa, attraverso un naturale intuito, decodificare ad esempio il significato del pianto del suo bambino: sa se ha fame, sonno, bisogno di essere cambiato, ecc. Questo equilibrio armonico è possibile grazie ad una profonda sintonizzazione emotiva unica. Il padre spesso si sente tagliato fuori da questa relazione, si domanda: cosa ci sto a fare in mezzo a questi due?!
Molti neo-papà descrivono tale situazione con una sensazione di dolorosa esclusione. Come si può rimediare?! L’uomo può inserirsi in questa relazione soltanto grazie alla disponibilità della propria compagna a farsi da parte per farlo entrare, lasciando momenti di interazione diretta tra padre e figlio, fidandosi delle sue capacità di essere presente e di prestare cure altrettanto premurose.
Sembra davvero importante lo stare insieme tra padre e figlio e passa proprio attraverso il contatto fisico. Se viene attivata questa disponibilità della madre, la coppia affettiva si trasforma in un amorevole triangolo familiare, dove ogni membro gioca un ruolo che mantiene la relazione affettiva all’interno del nuovo sistema famiglia e permette al padre di abbracciare questa nuova dimensione genitoriale, connotata da una modalità emotiva amorevole e personalizzata.
E’ questa la rivoluzione dei nuovi papà, diversi dai padri del passato, caricati da una forte valenza normativa, ma assai scarsi nell’aspetto affettivo. Molto sta cambiando nel contesto socio-culturale e anche nella mente dei nuovi padri, che devono sviluppare una maggiore predisposizione a mettersi in gioco in prima persona e a cambiare gli schemi di interazione e comportamento che hanno contraddistinto i padri e gli uomini delle generazioni passate.
La società apre le porte a una nuova generazione di papà desiderosi di cambiare quelle leggi non scritte che per troppo tempo hanno impedito agli uomini di poter entrare in contatto con la propria emotività e affettività nei confronti dei figli.
L’affettività paterna è qualcosa a cui non si può più rinunciare. L’esistenza dei bambini del futuro è resa più forte dalla presenza armoniosa e cooperativa di due genitori consapevoli dei propri punti di forza e dei propri limiti.
[Fonte di queste informazioni: Psicologia Contemporanea]