Il cerchio della vita secondo Erickson

Il cerchio della vita secondo Erickson

Lo sviluppo della persona fase dopo fase.

Gli studi e le ricerche condotte dallo psicologo e psicanalista Erik Erickson a metà del 1900, rappresentano un’importante integrazione della teoria dello sviluppo psicosessuale di Freud. Erickson sostiene che è fondamentale introdurre la dimensione sociale dell’individuo durante la sua evoluzione.

La novità introdotta da Erickson consiste nel ritenere che lo sviluppo della persona continui ben oltre l’adolescenza, per tutta la sua esistenza.

Ecco una sintesi schematica rappresentante il suo pensiero.

Prima fase: fiducia o sfiducia - Dalla nascita al primo anno di vita. Attraverso l’esperienza vissuta direttamente, il bambino impara ad avere fiducia/sfiducia nel fatto che chi si prende cura di lui risponderà ai suoi bisogni fisiologici (o primari): nutrimento, affetto, pulizia, protezione. La figura di riferimento è il caregiver, ossia la persona che si prende cura del bambino.

Seconda fase: autonomia/dubbio o vergogna – dai 2 ai 3 anni. Appaiono la deambulazione, la prensione, l’eloquio, l’evacuazione nel vasino, ecc. Progressivamente il bambino impara ad essere autonomo. L’autonomia si sviluppa sempre di più grazie all’incoraggiamento del genitore, sottolineando le sue conquiste positive. La mancanza di sostegno o addirittura la ridicolizzazione della naturale goffaggine del bambino lo portano a dubitare delle proprie capacità e a provare vergogna. Le figure di riferimento sono i genitori.

Terza fase: iniziativa o colpa – dai 4 ai 5 anni. Sempre più autonomo e curioso dell’ambiente circostante, il bambino ama esplorare, toccare, intraprendere numerose attività che talvolta vanno oltre i limiti posti dai genitori. Ecco che è necessario predisporre un ambiente più sicuro possibile per la sua incolumità, tuttavia occorre intervenire laddove l’azione intrapresa può causare pericolo. Oltre ai genitori e ai familiari, entrano in gioco nuove figure di riferimento: le insegnanti della scuola dell’infanzia e i compagni.

Quarta fase: operosità o senso di inferiorità – dai 6 ai 12 anni. E’ il periodo dell’impegno scolastico. Il bambino acquisisce sempre più competenze e di conseguenza diventa anche produttivo. Apprende la lettura, la scrittura, il calcolo, impara a disegnare. Rinforzando l’impegno e sottolineando positivamente ciò che il bambino realizza gli consente di incrementare il livello di autostima e di autoefficacia. Invece sminuendo o criticando il loro operato svilupperanno il senso di inferiorità e riterranno inutile qualunque loro impegno, si sentiranno incapaci. Le persone di riferimento sono i genitori, le insegnanti e i compagni.

Quinta fase: identità/confusione di ruoli – dai 13 ai 18 anni. Il bambino si trasforma in adolescente. Il quesito interiore è: “chi sono?” Si pone alla ricerca di figure a cui fare riferimento. Possono essere persone che gli gravitano intorno (coetanei, genitori, cugini più grandi, ecc.) oppure personaggi del mondo dello sport, della musica o dello spettacolo. Progressivamente si costruisce una propria identità. Si mette alla ricerca di un ruolo. Si tratta di un periodo molto delicato, il rischio è che nasca una confusione soffusa e una difficoltà. E’ necessario un supporto autorevole.

Sesta fase: intimità/isolamento – dai 19 ai 25 anni. Il giovane adulto cerca di formarsi una compagnia e una relazione amorosa con un’altra persona. Tende a sviluppare rapporti più stretti con gli altri. La mancata risoluzione della confusione della precedente fase, può però portare all’isolamento. Inoltre per molti è il periodo anche delle prime esperienze lavorative. Quindi le figure di riferimento cambiano e sono: il partner, gli amici, la società.

Settima fase: generatività/stagnazione – dai 26 ai 40 anni. L’adulto è impegnato in una relazione stabile, ha creato una famiglia, è impegnato nel lavoro. Generalmente è in grado di assumere ruoli di responsabilità, diventa a sua volta figura di riferimento per altre persone.

Ottava fase: integrità dell’Io/disperazione – oltre i 40 anni. La persona cerca di dare un significato e un senso alla propria vita, facendo riferimento alle scelte compiute nei periodi precedenti. Si sviluppa un senso di equilibrio e realizzazione oppure di insoddisfazione e disperazione.

Ovviamente le indicazioni contenute in questo schema sono puramente teoriche. L’evoluzione di una persona dipende da un ampio ventaglio di variabili. Interessante è poter cogliere qualche suggerimento per osservare la propria situazione esistenziale.

[Fonte testo: Identity and the Life Circle. Erik Erickson]

[Fonte immagine:  http://www.e-sanjeevani.com/ ]

 

 

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