Uso di bevande alcoliche: cosa succede nell'organismo?
Intervista con la Dott.ssa Valentina Vene
Il consumo delle bevande alcoliche è sempre esistito. Il vino è presente nei pasti goliardici dell’Antica Roma, ma anche fra gli egizi e i greci. L’inebriante bevanda che allietava i momenti conviviali.
Ne parliamo con la Dottoressa Valentina Vene, dietista e nutrizionista.
Iniziamo con la classica domanda: che cosa sono le bevande alcoliche?
<<L’alcol è una sostanza estranea all’organismo, non essenziale, anzi per molti versi tossica. Tra le bevande alcoliche più in uso ci sono vino, birra, grappa, whisky, cognac, ecc. quindi tutte quelle bevande costituite per la maggior parte da acqua e alcol etilico o etanolo, in minima percentuale troviamo sostanze aromatizzanti, coloranti, zuccheri, ecc. E’ giusto sapere che il nostro organismo può fare a meno dell’alcol, in quanto non è un vero principio nutritivo. Tuttavia l’apporto calorico è considerevole, secondo solo ai grassi. Basti pensare che 1 gr. di alcol apporta 7 kcal. Ad esempio 1 lt. di vino fornisce 665 kcal. Si tratta quindi di una quantità tutto rispetto, equivalente al potere energetico di 2 etti di pasta!! Vino, birra e digestivi non contengono solo alcol, ma va tenuto presente, soprattutto da chi ha problemi di peso o di glicemia, che ad ogni sorso forniscono anche calorie e zuccheri.>>
Cosa rischia la persona che usa troppo frequentemente grandi quantità di alcol? <<E’ doveroso far conoscere le gravi conseguenze dell’abuso di alcol. Le malattie sono davvero tante e pericolose, ad esempio: steatosi epatica, epatite alcolica, cirrosi, problemi gastrici, nonché alcune forme di tumore.>>
C’è una quantità “giusta” da poter consumare senza problemi? <<In realtà non c’è una quantità che apporta benefici particolari alla salute o che sono privi di rischio, tuttavia si può dire che la quantità raccomandabile e che fa meno male è di 2 bicchieri al giorno per adulti maschi e 1 per adulti femmine e anziani. Comunque è sempre consigliabile di assumere queste sostanze durante i pasti e non a stomaco vuoto.>>
Perché è preferibile bere alcolici durante i pasti e non a stomaco vuoto? <<Se il vino, ad esempio, viene bevuto durante i pasti è assorbito dallo stomaco e dal duodeno più lentamente e la quantità di etanolo nel sangue si riduce. Generalmente l’alcol ingerito viene assorbito nello stomaco, nel duodeno e passa poi nel sangue. Se nello stomaco è presente del cibo rallenta e riduce l’assorbimento.>>
<<E’ interessante sapere che le bevande alcoliche frizzanti invece accelerano l’assorbimento dell’alcol etilico nel sangue e anticipa la comparsa degli effetti. In realtà è la presenza di anidride carbonica che provoca tali conseguenze.>>
Una volta che l’alcol entra nel sangue, cosa succede? <<L’etanolo, attraverso la circolazione ematica, viene distribuito in tutto il corpo. Una minima parte (circa il 15%) viene eliminato attraverso la sudorazione e le urine , il resto arriva a fegato. Gli enzimi epatici lavorano questa sostanza rendendola innocua e ne disattiva la tossicità. Attenzione però! La parte di etanolo non metabolizzata diventa tossica sia per il fegato stesso che per altri organi, come ad esempio il sistema nervoso.>>
Quanto tempo occorre per metabolizzare un bicchiere di vino? <<Mediamente occorrono due ore.>>
Spesso può capitare di consumare vino durante i pasti e un alcolico la sera dopo cena oppure come aperitivo. <<Occorre fare davvero attenzione a questa “mescolanza” di sostanze. Perché le varie gradazioni si sommano e i danni all’organismo aumentano. Se durante un aperitivo la persona beve un alcolico, a cena dovrebbe evitare di bere vino o birra o altri alcolici.>>
Invitiamo quindi a una maggiore consapevolezza nell’assunzione di queste bevande.
Ringraziamo la Dottoressa Valentina Vene per la sua gentilezza, per i preziosi suggerimenti e per gli argomenti interessanti che ci propone.
Valentina Vene, Dietista e Nutrizionista.
Cell: 331 – 76 91 290 Email: [email protected]
Valentina Vene è laureata in Dietistica alla Facoltà di Medicina e Chirurgia all’Università degli studi di Firenze. Presso la stessa Facoltà ha conseguito la specializzazione in Scienze della Nutrizione Umana. Ha partecipato all’attività ambulatoriale e di degenza dei Servizi Dietetici delle principali Aziende ospedaliere di Firenze tra cui Careggi, Meyer e Nuovo ospedale San Giovanni di Dio. E’ attualmente Membro del Consiglio Direttivo regionale ADI – Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica, in qualità di Consigliere e Membro del Comitato Scientifico Regionale dell’Associazione Italiana Celiachia. Svolge presso poliambulatori medici attività di consulenza nutrizionale, di educazione alimentare e di terapia dietetica per bambini, adulti e in corso di patologia.
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