La disciplina, o meglio l'arte, della Capoeira ha radici brasiliane.

La disciplina, o meglio l'arte, della Capoeira ha radici brasiliane.

Un'attività non proprio semplice, non si presenta come arte marziale o come culto della violenza.

Oggi è praticata da molti nelle palestre; è espressione folcloristica presente negli spettacoli di questo splendido Paese nell’America Meridionale.

E’ sempre interessante indagare nella storia della nascita di una disciplina, perché ci fa conoscere aspetti profondi di un popolo. Le origini della Capoeira risalgono circa alla fine del 1500. I colonizzatori portoghesi deportarono un elevato numero di schiavi africani, provenienti dall’Angola e dal Congo, i quali erano impiegati come forza lavoro nelle piantagioni. Al termine delle lunghe e massacranti giornate lavorative, questi uomini continuavano a coltivare la loro cultura con rituali, canti, musiche e danze, rispolverando la memoria di un passato di libertà.

Una di queste danze divenne un vero e proprio simbolo di  lotta per la liberazione, una particolare forma di autodifesa contro i soprusi e le sopraffazioni dei sorveglianti. Questa danza fu chiamata “capoeira”, nome che significa “il luogo di lavoro e la prateria in cui gli schiavi […]. Infatti nel dizionario brasiliano Aurelio, troviamo che uno dei significati di questa parola è: "terreno sul quale l'erba è stata tagliata o bruciata per coltivare la terra" [fonte di questa informazione: http://www.capoeira.it/]

Agli schiavi era vietata qualsiasi tipologia di combattimento e  disciplina che potessero essere minacciose per l’egemonia dei loro padroni bianchi. Ecco che la Capoeira era praticata segretamente, oppure in maniera pubblica sotto forma di spettacolo di danza acrobatica. “Con movimenti lenti ad incastro, al ritmo pacato di particolari strumenti tribali ed accompagnandola con canti, nenie e ritornelli spesso nella loro lingua (o dialetto) originale africano, incomprensibile quindi per i portoghesi.”  [fonte di questa informazione:  http://www.capoeira.it/]

Verso la fine del 1800 la schiavitù in Brasile fu abolita, ma la Capoeira continuò ad essere vietata dalla legge e praticata di nascosto. Un cambiamento significativo per quest’arte ci fu verso la metà del 1900, in seguito all’esibizione di un gruppo di capoeristi di fronte al Presidente della Repubblica brasiliano.  La Capoeira cominciò ad essere apprezzata come arte, fu sostenuta dal mondo della politica, degli intellettuali, degli artisti; entrò nei costumi del popolo brasiliano. “Dal 1972 è stata dichiarata la ginnastica nazionale brasiliana, ed è anche stata istituita, per la sua diffusione mondiale, la Federazione Nazionale Brasiliana di Capoeira, che ha sede in San Paolo.” [fonte di questa informazione: http://www.capoeira.it/]

Si tratta di un’attività non proprio semplice, non si presenta come arte marziale o come culto della violenza; coloro che la praticano devono prendere consapevolezza di se stessi e del loro corpo, rispettando anche l’altro. Sono necessarie attenzione e concentrazione, è d’obbligo sviluppare la coordinazione del proprio movimento in sintonia sia con il ritmo della musica, sia con il movimento dell’altro.

La pratica della Capoeira incrementa l’agilità del corpo, nonché l’elasticità delle articolazioni, contribuisce al potenziamento della muscolatura; aumenta la resistenza agli sforzi e alla fatica.

Sul sito http://www.capoeira.it/ della Federazione Italiana Capoeira è possibile trovare altre informazioni, curiosità e l’elenco dei comitati regionali.

 

 

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