Il polo è considerato lo sport dei re

Il polo è considerato lo sport dei re

E' importante che gli atleti si assicurino del benessere dei cavalli.

Il polo è considerato uno dei giochi più antichi. Praticato in Persia e successivamente in India, era un’attività assai importante poiché perfezionava i cavalieri. Era chiamato “lo sport dei re”. Verso la metà dell’800, gli ufficiali inglesi impararono il polo e lo “importarono” in Inghilterra, dove ottenne un notevole successo. Il regolamento fu rivisto e modificato, laddove era bisogno. Ben presto si estese anche in Francia, America Latina e Australia.

In Italia, inizialmente ebbe poco successo sia per l’elevato costo dell’equipaggiamento, sia per la difficoltà nel formare le squadre. Bisognerà attendere il 1930 per avere il primo polo club, costituito a Roma. Le società e i giocatori italiani sono riconosciuti dalla Federazione Italiana Sport Equestre (FISE), aderente alla Federation International of Polo (FIP).

E’ uno sport davvero spettacolare. Il polo richiede una perfetta padronanza del cavallo, una grande abilità nel maneggiare il bastone, intelligenza,  spirito e lavoro di squadra. Anche i cavalli devono essere ben allenati, veloci e scattanti.

Una partita è disputata da due squadre formate da 4 giocatori in campo. Il numero 1 è il capitano, organizza la tattica di gioco e assegna le posizioni ai compagni; il numero 2 svolge il ruolo di attaccante; al 3 è assegnato il ruolo doppio di attacco e difesa; infine il 4 difende la porta.

I cavalieri, utilizzando la mazza, devono spingere la pallina (diametro di 8 cm) nella porta avversaria. Il campo ha la forma rettangolare, delimitato da una staccionata alta 25 cm circa, che impedisce alla palla di finire fuori campo. Alle estremità sono collocate le porte (con un’apertura di circa 7 metri). Generalmente il terreno ha una superficie erbosa, ma è possibile disputare le partite su terra battuta.

Il concetto del gioco è del tutto simile a quella del calcio, ossia ottenere il maggior numero di punti facendo goal nella porta avversaria. Anche nel polo esiste un regolamento abbastanza ferreo per consentire lo svolgimento delle gare nella massima correttezza e sicurezza.

In linea generale non è possibile alzare il bastone oltre la spalla, non si può agganciare o trattenere il bastone dell’avversario, non è ammesso tagliare la strada, ma è permesso fiancheggiarli lateralmente.

Una partita è suddivisa in 7 tempi (chukker) di otto minuti ciascuno. Vi sono degli arbitri e dei guardalinee che monitorano l’intera partita.

Per quanto riguarda l’equipaggiamento dei giocatori, non sono autorizzati speroni con punte, fibbie o borchie sporgenti dagli stivali; gli atleti devono indossare un copricapo protettivo opportunamente fissato con un laccio sottogola. Le divise delle squadre devono avere dei colori facilmente riconoscibili.

Anche per i cavalli è previsto un equipaggiamento, soprattutto per salvaguardare la loro incolumità. Devono indossare protezioni per le zampe, sono proibiti paraocchi o qualunque tipo di fascia che possa ostacolare la perfetta visione. E’ importante che gli atleti si assicurino del benessere dei cavalli.

[Fonte testo: http://www.fise.it/ ]

[Fonte immagine: http://www.siampolonews.com/ ]

 

 

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