Sguardo severo, labbra serrate, sopracciglia corrucciate: ecco la rabbia!

Sguardo severo, labbra serrate, sopracciglia corrucciate: ecco la rabbia!

Un'emozione travolgente…ma comunque necessaria.

La rabbia non è altro che un segnale di qualcosa che non va, permette di difendersi dai soprusi e dalle prevaricazioni. Grazie all’energia mobilitata riusciamo a prendere di petto le situazioni e a cambiarle. E’ necessario però affrontare la causa una volta “sbollita” l’arrabbiatura, in modo che sia più agevole ricercare la soluzione al problema.

Fra tutte le emozioni, questa è la più pericoloso, poiché la reazione in alcuni casi può essere esagerata e può nuocere alla persona verso cui è rivolta. L’esplosione di rabbia può avvenire soltanto verbalmente, gridando parole di offesa per l’altro, ma può anche scatenare una reazione di aggressione fisica.

Gli studiosi sostengono che tutti sappiamo gestire la rabbia, occorre allenarsi per evitare disastri. Sovente, una volta sfogata la rabbia, ci pentiamo delle cose dette o fatte, magari è possibile riparare scusandoci e spiegando le motivazioni; in alcuni casi però succede che si crei un solco profondo danneggiando le relazioni.

La cattiva gestione della rabbia comprende sia l’esplosione ma anche l’inibizione. Nel primo caso lasciarla andare può innescare un’interminabile “botta e risposta”, o addirittura degenerare in una colluttazione. Nel secondo caso, con la repressione, c’è il rischio di creare un accumulo eccessivo con conseguenze dannose per la salute, logorando gli organi interni. Inoltre dobbiamo considerare l’effetto “pentola a pressione”, dopo tanta inibizione la rabbia può esplodere senza rimedio.

Ecco il motivo di essere sempre in contatto con se stessi, “sentire come stiamo”, ci aiuta a gestire i diversi moti dell’anima. Accorgendocene in anticipo possiamo prendere le distanze, allontanarsi fisicamente o, se non è possibile, almeno con la mente, pensando ad altro per alcuni secondi, permette di considerare ciò che sta accadendo e di fare una scelta comportamentale “sana”.

E’ utile giungere al fulcro della situazione, capire l’origine di questa emozione: perché l’altro è stato offensivo o sleale, qual è stato il nostro eventuale contributo, se c’è stata una provocazione involontaria. Agire in questo modo non vuol dire rinunciare allo scontro, bensì comunicare e informarsi reciprocamente sullo stato d’animo e su quanto ha innescato la reazione.

Un approccio “ragionato” ha l’intento di trasformare una rabbia distruttiva in una costruttiva, comunque consapevoli che non sempre è possibile e difficile da porre in essere. Occorre, come sempre, allenarsi, provare di volta in volta, anche per le piccole cose.

Dalla rabbia possono originarsi stati d’animo che si protraggono nel tempo, come il risentimento, il rancore fino all’odio, che è la forma più intensa e duratura di avversione contro l’altro.

E’ importante porre l’attenzione su questa emozione, oggi purtroppo è sempre più frequente l’esplosione di episodi di rabbia per questioni futili, spesso pagate con la vita. 

 

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