Le varici, solo inestetismo?
No, rivelano un'anomalia della circolazione
Le varici rappresentano una dilatazione patologica di una o più vene. Nel linguaggio comune le varici degli arti inferiori sono chiamate “vene varicose”. Quelle del canale anale sono conosciute come “emorroidi”.
Vediamo come si formano. Il sangue, per risalire dalle vene delle gambe fino al cuore, ha bisogno dell’azione di alcune valvole. La forza di gravità rallenta il ritorno del sangue venoso al cuore, inducendo le vene, cariche di sangue, a dilatarsi. In questa dilatazione, le valvole venose non riescono a svolgere la loro funzione, causando così un maggiore ristagno.
La sintomatologia che accompagna le varici comprende: crampi, dolore, sensazione di pesantezza, prurito e formicolio.
Cosa c’è all’origine? Generalmente questa fragilità del tono delle vene è ereditario. Tuttavia è favorita da alcuni fattori, ad esempio, sedentarietà, sovrappeso, stipsi cronica, uso di biancheria intima e indumenti troppo attillati, tabagismo, prolungate esposizioni al sole, lavoro e attività che richiedono di stare molto tempo in piedi.
Per le donne influiscono anche la gravidanza e le variazioni ormonali del ciclo mestruale.
Cosa si può fare? Modificare lo stile di vita, facendo attività motoria (piscina, camminata veloce), regolare l’alimentazione e ridurre il sovrappeso. Eliminare il fumo. Inoltre le varici possono essere trattate dando sostegno esterno alle vene, per esempio indossando calze elastiche contenitive.
Nei casi più gravi è necessario intervenire chirurgicamente. Le possibili soluzioni sono l’asportazione della vena oppure la sua chiusura. Attraverso esami diagnostici come l’ecocolordoppler, è possibile verificare lo stato di salute delle vene.
[Fonte testo: Manuale Anatomia e fisiologia. Di G.A.Thibodeau K.T. Patton]
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